Pasta Mare e Monti, Conti alla Rovescia e …
Periodo di feste…
Ho visto su un blog che in questo periodo leggo tutti giorni, di un’espatriata come me, un conto alla rovescia molto interessante che per l’appunto conta i giorni che la separano da casa… Mi sarebbe piaciuto piazzarne uno da qualche aprte anche io ma:
1) non so assolumante come si faccia a metterlo sul blog
2) noi non sappiamo ancora il giorno esatto esatto della partenza per il grande rientro per le vacanze
3) sarebbe solo servito a ricordarmi ancora di più quanto mi manca casa e non è un bene per la mia sanità mentale
4) e anche se il punto 2 e 3 non fossero esistiti resta comunque il fatto che, se non si fosse capito, non saprei proprio come aggiungerlo sto conto alla rovescia sul blog. Ecco!
Comunque conti alla rovescia per noi italiani in terra estera o per chi vive ancora nello stivale, il Natale si avvicina comunque a grandi passi e ci si deve preparare a cenoni, pranzi, pranzetti e a passare numerose ore a tavola.
Cosa che da un lato io eviterei volentieri visto che lievito già di mio senza per forza magiare per ore… ma che dall’altro lato proprio non voglio evitare, un po perché le specialità italiane, preparate dalla abili mani della mia mamma mi mancano tanto e un po perché questi lunghi pranzi e cene sono sinonimo di lunghe interessanti conversazioni con la famiglia che non vedo da un po…
E poi, diciamolo, mi sento un po una star quando torno a casa a contare gli appuntamenti, suddividere ore e giorni in modo efficacie per vedere più gente possibile…
E alla fine trovarmi con ogni sera occupata che manco fossi la moglie del caro François Hollande sarei cosi impegnata…
E poi quest’anno porto regali a non finire… cosa che non facevo da un po’, questa volta ho deciso che 12 mesi senza vedere nessuno nessuno nessuno della mia famiglia meritava una ricompensa, per loro e per me.
La MIA sarà rivedere tutti, amici e famiglia, essere riabbracciata e poter raccontare le novità di Nancy city dove vivo da qualche mese… Ormai Nantes la conoscevano e non c’erano più domande… Nancy invece è nuova, per me e per loro e con le sue stranezze e il suo credersi New York questa città ha tanto da offrire e da essere raccontato.
La LORO … sarà qualche pacchetto di Natale dal gusto prettamente francese e qualche scatola di Foie Gras, até o sale oceanico (il resto non lo svelo, altrimenti che sorpresa sarebbe?) E poi spero pure che anche a loro faccia piacere riabbracciarmi, altrimenti che gusto c’é a tornare?
Che poi, un piccolo appunto sul Foie Gras vorrei farlo…
In Italia dovete proprio essere pazzi o molto molto ricchi se velo comprate perché a quanto mi è stato detto il prezzo arriva anche a 200€ (199,99 in realtà, tanto per abbindolare gli allocchi con il centesimo di meno).
Qui, ovvio ci sono prezzi allucinanti se proprio si vuole quello della marca vattalapesca confezionato a mano da piccoli elfi francesi e preparato da oche d’oro, ma altrimenti lo si trova in media intono ai 35€ fino ai 50/60 euro al chilo.. E quando siamo a fine novembre fanno le super offertone e li mettono per un paio di settimane tutti al 50% e cosi te lo trovi pure a 18,95€ al chilo… E voglio dire c’è una gran differenza tra 18 e 200 … E il povero Foie Gras deve solo passare le Alpi… immagina se doveva viaggiare oltre oceano ti costa come un trilocale…
Vabbé, tralasciando questa parentesi su una delle follie del commercio torniamo al nostro argomento principale che sono le feste e i pranzi…
La mia adorabile mamma (dovreste proprio vederla quella santa donna cosa sta preparando per il mio ritorno in patria) ha gentilmente preparato uno dei suoi manicaretti e si è ricordata di fare le foto passo passo perché io possa condividerlo con voi.
Nel blog, esiste già una ricetta Mare e Monti credo (spero di non sbagliarmi altrimenti se a 26 anni la mia memoria è già andata non voglio immaginare che mi succederà intorno ai 40) ma nella verione che vi presento oggi diciamo che ci sono certe modifiche alla ricette di base, che danno più gusto e lo rendono un piatto perfetto per le feste.
Per il pranzo del 25 per esempio se amate il pesce sarà perfetto…
E per quelle famiglia che festeggiano anche il 26 si puo provare un semplice piatto di pasta con qualche midifica appropriata e fare comunque bella figura senza dove passare 15 ore davanti al forno.
Per cui prendete nota (dopo questa lunghissima introduzione) e scrivetevi la ricetta.
INGREDIENTI:
300 gr di pasta (spaghetti)
300 gr di gamberoni
1 cipolla
60 gr di piselli surgelati (finissimi)
100 gr di funghi champignon
1 dado
1 cucchiaino di pomodoro concentrato
1 scatoletta di tonno
acqua
PREPARAZIONE:
Tagliate la cipolla a fettine e mettetela a rosolare con un filo di olio in una padella dai bordi abbastanza alti…
Da me questo tipo di padella si chiama salta-spaghetti ma non so se sia un termine diffuso in tutta Italia o solo in casa Pomponette… Me lo direte se ci siamo capiti.
Quando la cipolla è abbastanza colorata aggiungete i piselli, il dado, i funghi tagliati e lasciante andare con mezzo bicchiere di acqua per qualche minuto.
Intanto se i vostri gamberoni sono già cotti spellateli e metteteli da parte, altrimenti dovrete bollirli per qualche minuto e poi, spellarli comunque.
Mescolate accuratamente il sugo di piselli e funghi e poi, quando si avvicina la fine della cottura aggiungete il tonno, il cucchiaino abbondante di concentrato di pomodoro e mescolate nuovamente.
A fine cottura aggiungete quasi tutti i gamberoni in pentola e mescolate un minutino.
Scolatate la pasta, conditela e impiattate e decorate con i gamberi che avete lasciato da parte.
Da mangiare caldo e in compagnia!
Buone FESTE a tutti!
Arrosto alla “Fourme d’Ambert”
Buongiorno a tutti,
Dicembre è ormai iniziato da una decina di giorno per cui è tempo di riproporre un’altra ricetta per le feste da aggiungere alla lista delle possibili cene di Natale.
Qui in Francia va molto di moda in questo periodo l’idea degli arrosti cotti nei formaggi e volendo io stare al passo con i tempi, e anche far piacere al mio compagno che è un gran fan del formaggio, non potevo non sperimentare questa ricetta.
Vi do subito gli ingredienti e la facciamo corta per oggi perché, vi diro’ la verità ho cosi tante cose per la testa che se non mi sbrigo non riusciro’ a farne neanche una minima parta oggi.
Ah, la Fourme d’Ambert è una specie di gorgonzola più compatto proveniente dalla regione dei vulcanil, l’Auvergne. Se in Italia non si trova potete quindi sostituirlo con del gorgonzola o per restare in tema francese con del Roquefort (che normalmente si trova da Auchan)!
E per chi se lo chiedesse, no, non è per nulla un piatto dietetico, ma ditemi voi, chi si mette a dieta a Natale?
Vous n’aurez pas l’Alsace et la Lorraine, ovvero Strasburgo, I Mercatini di Natale e i biscotti di Pain d’Epice!
Albero alto più di 5 piani! |
AVVENTURE E DISAVVENTURE DI UN’ITALIANA IN:
ALSAZIA!
Al grido di “NON AVRETE MAI L’ALSAZIA e LA LORENA!!!”
Mi è sembrato stranissimo ieri non scrivere sul blog e non avere nenache nulla di pronto da inserire all’ultimo minuto.
Ormai mi occupo di questo spazio con cosi tanto impegno e cosi regolarmente che saltare un giorno mi è davvero sembrato strano.
Ma sono tornata con tante cose da raccontarvi per cui, se magari faccio un articolo molto lungo, recupero lo scompenso di ieri e mi sento a posto con me stessa.
In ogni caso ho passato tre giorni nella combattutissima regione dell’Alsazia, a caccia di mercatini di Natale, fiere Medievali e specialité locali da poter gustare, e imparare a fare.
Un week end molto romantico anche se come al solito, se non ci succede qualcosa noi non siamo contenti.
Partiamo pero’ da qualche cosa interessante… abbiamo deciso di andare a vedere i mercatini di Natale di Strasburgo, non perché a Nancy non ce ne siano ma perché i mercatini del capoluogo dell’Alsazia sono i più vecchi di tutta Europa e la cosa mi ispirava non poco.
Quando qualcosa è vecchio, grande e Natalizio non puo che non interessarmi insomma.Babbo Natale, i grandi Abeti illuminati, grandi e vecchi libri consunti impacchettati in carta rossa… tutta roba vecchia, grande e natalizia alla quale non posso proprio rinunciare.
Tornando a noi, il marcatino di Natale di Strasburgo sono stati creati nel 1570 ed é formato da più di 300 bancarelle, suddivise in dieci piazze.
Tutto questo richiama ovviamente moltissimi turisti, sopprattutto tedeschi e italiani che arrivano il sabato pomeriggio e occupano le bancarelle come fossero mosche appiccicate alla carta moschicida.
Il ridicolo non ha mai ucciso nessuno! |
Fortunatamente ho un ragazzetto non particolarmente stupido ( che se sa che parlo di lui cosi probabilmente mi appende nell’armadio, eheh) che immaginava tutto questo affluire di turisti e mi ci ha condotto il venerdi sera.
Il che non solo mi ha permesso di visitare quasi tutte le bancarelle in santa pace ma anche di perdere tempo a provare stupidi cappellini in forma di animale e rendermi ridicola per un bel po di tempo.
Purtroppo sono rinsavita all’ultimo momento e il mio magnifico cappello a forma di cicogna (che é il simbolo della città) non me lo sono comprata, e dico purtroppo perché a me quel cappelletto proprio piaceva!
Le differenti bancarelle in realtà vendono più o meno gli stessi prodotti, ci sono quelle con le decorazioni in legno, quelle con il vin Brulé, quelle con i cappelletti a forma di animale, quelle con i giochi di legno per i bambini e quelle con le diverse specialità eno-gastronomiche della regione.
Poi su una piazza che non nominero’ perché ha il nome in tedesco e proprio non riesco a ricordarmi come si scrive, c’è il mercatino delle associazioni umanitarie, animaliste e chi più ne ha più ne metta, dove si trovano quadretti, cibi dal mondo e anche Babbo Natale.
Dato che lui passava da li e che noi passavamo di li, ci siamo ovviamente fotografati insieme, non avrei mai potuto perdere l’occasione di essere immortalata con il signore in rosso.
Vi lascio qui sotto qualche foto dei mercatini e della visita della città.. una delle città più belle di Francia tra l’altro ,a mio modesto parere.
Sembra costruita li, sul momento, come fosse finta, pulita, calda, luminosa e magica.
Io me ne sono subito innamorata.
Dopo aver fatto il piano di Strasburgo e delle sue stradine meravigliose ci siamo spostati in giro per l’Alsazia senza mete precise e siamo capitati prima in una cittadina montana dal nome impossibile e in seguito nella città di Saverne che fino a ieri era completamente sconosciuta ai miei occhi ed ora mi chiedo il perché visto che in passato è stata sulla bocca di tutti, ma forse sono io che devo aver saltato lo studio di quel preciso periodo storico.
Va a sapere!
Quindi dicevo…
Qualche altra cosetta da sapere è che la povera regione dell’Alsazia, e quella della Lorena, è che per moltissimi anni Germania e Francia litigavano per possederle, e questo ben prima della Seconda Guerra.
E in particolare, la citta di Saverne non sapeva più dove collocarsi in quanto lungo tutto il 1800 e la prima parte del 1900 cambiava nazionalità ogni due per tre.
L’animo dei cittadini di Saverne restava pero’ aggrappato alla tradizione e alla cultura francese e questo particolare attaccamento alla France ha quesi fatto scoppiare la prima guerra mondiale con un paio di annetti di anticipo per noi 1(5-18) e con un anno di anticipo per loro (14-18).
Castello di Rohan |
Nel 1913 un luogotenente tedesco tale Forstner che si trovava a Saverne nel castello della città ,all’epoca utilizzato come sede dell’esercito’, ebbe la buonissima idea di trattare una manciata di soldati francesi da “Voyoux” ovvero da monelli o mascalzoni in un momento in cui i rappiorti tra francia e impero prussiano erano già molto incrinati.
Questo piccolo diverbio, che ora riterremo ridicolo, ha fatto il giro dell’Europa ed è giuto alle orecchie dell’imperatore in pochissimo tempo.
Quello che ora conosciamo come “L’incidente di Saverne” è stato all’epoca un grave scandalo, ampiato dai giornalisti e passato di bocca in bocca, una decina di libri sono stati scritti all’epoca su questo soggetto, sono stati tirati in ballo i giudici, e il luogotenente all’epoca poco più che ventanne ha dovuto girare con la scorta per non essere picchiato dai francesi.
E sopprattutto, si è sfiorato l’incidente diplomatico e l’inizio della prima guerra mondiale nel 1913.
Questo aneddoto storico era raccontato in un’esposizione (con tanto di foto, libri, testi vari e manifesti) nel castello di Rohan a Saverne per l’appunto, luogo dove ho anche potuto vedere una seconda esposizione su un personaggio femminile degli anni 30, tale Louise Weiss, giornalista, sufragetta, femminisca, viaggiatrice e grande oppositrice dell’ascesa al potere di Hitler (cosa che le causo’ non pochi problemi).
Se vi interessasse la storia della sua vita non avete che da chiedere e avrei un grande piacere a parlarvi di lei in quanto credo sia uno dei miei personaggi storici preferiti …
La conosco solo da due giorni ma tra l’esposizione e le letture di questa notte sono proprio diventate una fan sfegatata di questa intelligentissima donna.
Tra aneddoti, fatti storici e mercatini ci siamo un po persi e questo post sta diventando lunghissimo…
Per cui vi raccontero’ solo un’ultima cosa prima di passare alla ricetta dei tipici biscottini di Pain d’Epice. Siamo comunque su un blog di cucina e dovrei cercare di non dimenticarmelo,no? Che poi magari ve ne andate via se non trovate la ricetta.
Quindi ultima cosa da dirvi è che questo week end lo abbiamo fatto in camper.
E, per chi non lo sapesse questo camper è ancora un vecchio vecchio modello ,iper funzionale e meraviglioso ma che prevede cucina e riscaldamento a gas, cosa che a quento pare sui nuovi modelli non è più cosi, va a sapere perché.
In ogni caso il mio ragazzo ed io, facendo prova di cattiva memeoria ed eccessiva fiducia in noi, siamo partiti da Nancy senza controllare il livello del gas (anche perché la spia luminosa ci diceva che la bombola era quasi piena).
Siamo arrivati a strasburgo e abbiamo lasciato il camer in campeggio.
Tutto il venerdi abbiamo girato per la città, e tra il freddo, il vento e gli scrisci di pioggia, una volta tornati al camper sognavamo solo di accendere la stufa metterci al caldo e preparare un cena romanica, a lume di candela.
Di cena avevamo quindi previsto Confit di Anatra e Patate all’Alsaziana, tanto per restare in tema e per chi se lo chiedesse, si, cucino anche in camper come fossi a casa, lo spazio angusto, i due fuochi e tutto il resto non mi spaventano.
Il ridicolo non ha mai ucciso nessuno (2) |
Sta di fatto che non solo non abbiamo cucinato una cippa lippa, ma non abbiamo neanche potuto riscaldarci un poco perché dieci minuti dopo aver acceso il riscaldamento la fiamma si è spenta e ci siamo accorti che la maledetta spia della bombola si sbagliava, e che anche i nostri souvenir erano sbagliati.
In camper non c’era più gas.
Fuori faceva -5°.
Non avevamo la possibilità ne di accendere la stufa, ne di prepararci, non dico la cena calda e romantica prevista, ma nemmeno di scladarci un thé.
Il ridicolo non ha mai ucciso nessuno (3) ma il freddo si!!! |
E vi garantisco che mi sentivo come nel film “Into the Wild” . Vedevamo il nostro alito creare nuvolette di vapore bianche, abbiamo cenato con una scatoletta di sgombro che per non so quale fortuna avevo portato con me, pane in cassetta e formaggio.
A lume di candela si, ma non per essere romantici ma per scaldarci le mani.
Ne rido sopra ma avevamo cosi freddo che abbiamo pensato di fare un fuoco nel campeggio (cosa illegale, illegalissima).
Abbiamo passato la notte sotto un piumino pesante e tutte le coperte che siamo riusciti a trovare, il giorno dopo pensavamo di essere sopravvissuti come quelli che si svegliano per miracolo dopo una notte nella neve. Pensavamo anche di esserne usciti indenni ma ovviamente ci sbagliavamo e ora Cedric è a letto con la febbre e il raffreddore, mentre io vi scrivo con le pastiglie per la gola che mi tengono compagnia.
Ma quanto sarebbe stato noioso questo racconto se non ci fosse stato “L’incidente della Stufa”???
E ora passiamo alla ricetta di questi biscottini, tipici tipici natalizi, leggeri e buonissimi che in Alsazia spopolano!
BIscotti di Pain d’Epice:
INGREDIENTI:
3 tazze di farina
1 cucchiaio da minestra di zenzero
1 cucchiaio da thé di cannella
1 cucchiaino da thé di bicarbonato di sodio alimentare
1/2 cucchiaino di noce moscata
1/2 cucchiano di sale
3/4 di tazza di burro sciolto
1 tazza di zucchero di canna
1/2 tazza di melassa (che sinceramente no so dove potreste comprare in Italia, magari ditemelo se lo sapete)
1 uovo
PREPARAZIONE:
Nulla di più facile.
In una ciotola capiente mescolate tutti gli ingredienti solidi.
In un altra mescolate lo zucchero con il burro, ma melassa e l’uovo.
Con lo sbattitore elettrico a bassa velocità o con la vostra frusta iniziate ad incorporare gli ingredienti secchi nella ciotola degli ingredienti… umidi?-non secchi? oggi le parole mi sfuggono, sarà che il freddo mi ha intorpidito il cervello?
Mettete la pasta in frigo per circa un ora e nel mentre preparate due teglie coperte di carta forno.
Dieci minuti prima di infornare scadalte il forno a 190°.
Togliete l’impasto dal frigo, stendetelo perché raggiunga circa i 2/3 cm di spessore e con le vostre formine create gli ometti di pan d’epice oppure gli alberelli o quel che più vi piace.
Infornate per circa 8 minuti.
Disegnate con la glassa la faccina o i bottoni o quel che vi va. (La glassa si fa con un albume e una tazza e mezza di zucchero a velo).
Quasi tutte le grandi costruzioni, palazzi e chiese di Strasburgo sono costruite in pietre rosse. Se sapete perché sarei curiosa di saperlo. |
Quando ero alle medie ero stata in gita a Strasburgo e avevamo mangiato nel ristorante qui a sinistra. Il primo palazzo. Souvenirs! |
La stazione di Strasburgo, perfetto mix tra antico e moderno. |
Una delle vetrate della stazione di Strasburgo. |
Stazione di Strasburgo da dentro |
Stazione di Strasburgo da fuori |
Ogni singola strada, casa o cosa, era addobbata e pronta per Natale, e io sono torntata bambina. Tutto era meraviglioso!!! |
Antipasto-Cena Colorato
Ho un po di problemi a trovare il nome della ricetta oggi, avendola creata, cercato i gusti e le associazioni dovrei avere in testa anche un nome adatto, un titolo simpatico o intelligente o, perché no, anche entrambi…
Invece ZERO, nella mia testa si è prodotto il vuoto assoluto.
L’unci nome che mi viene in mente é: “sovrapposizione verdeggiante” ma mi sa un po di spocchioso, di principessina o, peggio di parigina.
Per cui per ora vi do un titolo provvisiorio e un giorno, quando il mio cervello sarà rientrato dalla vacanze magari lo cambiero’… e se poi vi viene un’idea, vedendo la ricetta, non esitate a scrivermelo da qualche parte, nei commenti, via mail o anche in un bigliettino spedito mediante piccione viaggiatore.
Tralasciando questo mio momentaneo, spero, vuoto cerebrale, passiamo alla preparazione della ricetta di oggi.
Petti di Pollo in Crosta di Sesamo ed Erbe
Non riesco a contenere la mia felicità, tra meno di tre settimane saro’ in Italia, dopo un anno che non ci metto piede.
Cinque anni in suolo francese insizano a farsi sentire.
Inizio a pensare di aver imparato tutto quello che c’è da conoscere e anche se quasi sicuramente mi sbaglio, ho voglia di arrivare a luglio e tornarmene un annetto a casa mia, circondata da famiglia e amici, fare una pausa da tutto questo mio viaggiare, ricaricare le pile e poi ripartire, per chissà quale altra nazione.
Comunque insomma già i 15 giorni delle feste natalizie mi faranno bene, smettero’ di parlare in francese per qualche giorno e il mio cervello si prenderà una meritata pausa.
Ho quasi pensato che potrei comunicare solo a gesti.. ma credo che già parlare in italiano sia un passo avanti.
Si perché la cosa che qui nessuno capisce è che io a volte mi sveglio con il mal di testa a forza di parlare in francese, pensare in francese, sognare, leggere e guardare film… tutto nella lingua di Voltaire.
Saltello quasi su me stassa all’idea che potro’ farmi quasi 15 giorni circondata dalla famiglia ,dagli amici e, per essere sincera anche dal cibo italiano, per quanto io sia diventata una fan sfegatata del burro salato, delle loro salse, della loro strana panna da cucina e io riesca quasi ad amare il caffé assurdo che servono nei loro bar, credo che bere del vero caffé in tazzine piccole piccole e con un concentrato di caffeina e di gusto più decisi non possa che farmi bene.
Comunque é tempo della ricetta del giorno, anche se io divago sempre e poi chi ci capisce più niente?
La ricetta che vi propongo oggi è di origine francese, anche se l’aggiunta dei semi di sesamo è un parto della mia mente, il resto è più o meno come la ricetta della polenta nel nord Italia, tradizionale, buono, ma un po banale.
Pero’ il gusto non è male e trovo che la “panatura” che vedrete vi potrebbe piacere.
330/350 gr di Pollo (corrisponde a tre petti di solito)
3 cucchiai da minestra colmi di Senape
3 o 4 cucchiai da minestra di Semi di Sesamo (si trovano nelle alimentazioni Asiatiche, ma credo anche da Auchan in Italia, e forse anche da Carrefour)
1 cucchiaio colmo di erbe di provenza
1 noce di burro (io ho solo il burro demi-sel in frigo ma anche il burro dolce va bene, don’t worry)
1 filo di olio
Sale
PREPARAZIONE:
La preparazione è delle più semplici.
Spalmate ogni petto di pollo di senape… come per quando impaniamo qualcosa serve sempre un collante, di solito si usa il tuorlo d’uovo, qui invece utilizziamo la senape.
In seguito, per creare croccantezza, se cosi si puo’ dire, fate rotolare i petti di pollo in un piattino in cui avrete messo i semi di sesamo.
Infine spargete qua e la le vostre erbe di provenza per dare un po più di gusto.
Le erbe di provenza a me ricordano l’estate, i barbeque e le vacanze… per cui se sentirete un po di nostalgia delle belle giornate non preoccupatevi, è un effetto collaterale facilmente controllabile.
In seguito mettete il burro e l’olio a scaldare in una padella e quando soffriggono aggiungete in padella i petti di pollo e fateli ben rosolare dai due lati.
Quando sono ben colorati spegnete il fuoco e coprite la padella con un coperchio perché terminino la cottura come se fossero stati messi in forno.
Ed ecco che i vostri petti di pollo in crosta di sesamo ed erbe di provenza sono pronti.
Lasagne Classiche al Ragù
Buongiorno, oggi una vi propongo un piatto, non proprio velocissimo da realizzare ma, come sempre gustoso e, in realtà, se si segue la ricetta con attenzione, è anche facile da fare.
Insomma parliamo delle classiche lasagne, quelle vere, con la pasta fresca, il ragù che cuoce ore e da condividere con tutta la famiglia o con gli amici, un piatto conviviale, che puo’ essere preparato il giorno prima e che ha sempre successo.
In questi giorni stiamo ospitando la famiglia della sorella del mio uomo e Cédric mi ha chiesto gentilmente di cucinare italiano per far loro assaggiare cose nuove, per cui armata di pazienza e degli ingredienti giusti ho stilato la lista dei pasti da preparare: lasagne, polpette, arrosti, pasta… le idee non mancano, la spesa è fatta, speravo solo di avere il tempo per fare tutto perché la cucina italiana è ottima, si ma spesso consiste in lunghe preparazioni, insomma ho firmato la mia condanna alla prigionia forzata in cucina.
Ma per amore questo ed altro, no? E poi ricordiamo che a me cucinare piace…
E ora prima di passare alla ricetta avviso tutti che questo NON é un piatto dietetico!!!
INGREDIENTI:
Per il ragù per 5/6 persone:
500 gr di carne macinata
3 gambe di sedano
1 cipolla e mezza
2 carote
Passata di pomodoro
Olio
1 dado e mezzo
Rosmarino
2 spicchi d’aglio
Acqua
1 bicchiere di vino bianco
Per le lasagne:
8 fogli di pasta fresca per lasagne
350 ml di besciamella
10 sottilette
Grana Padano qb
PREPARAZIONE:
Per il ragù:
Vi avviso che normamente il ragù deve, per lo meno cuocere 3 ore, io avendo previsto la cosa con un po di anticipo ho avuto modo di farlo cuocere quasi 5 ore, e in generale, più lo lasciate cuocere più il risultato sarà buono, gli ingredienti i saranno ben amalgamati tra loro,
la carne sarà più tenera e il gusto sarà quindi migliore.
E ora cominciamo con la preparazione vera e propria, che come vedrete non è per nulla complicata.
Evito di dirvi di lavare o sbucciare gli ingredienti ch questo lo si sa, generalmente!
Per cui cominciamo tagliando a dadini carote sedano e cipolla e metterli in una pentola dai bordi alti con un filo di olio e facciamoli soffriggere.
Aggiungete anche l’aglio tagliato fine fine e due rametti di rosmarino.
In seguito aggiungete la carne e fatela rosolare e colorare per bene per qualche minuto.
Aggiungete il bicchiere di vino bianco, fate sfumare bene.
In seguito aggiungete 2 o 3 cucchiai di passata di pomodoro, dipende un po dai vostri gusti.
Mettete il dado e mezzo, e coprite di acqua una prima volta. La sciate assorbire ed evaporare l’acqua e ricominciate questa operazione tutte le volte che servirà, rispetto a quanto tempo avrete deciso di far cuocere il vostro sugo.
E questo è fatto.
Per la composizione delle lasagne:
Quando il ragù è pronto basterà cominciare a sovrapporre gli strati …
Io comincio da uno strato di pasta fresca, poi il resto è un po a casa, carne, besciamella, pasta, besciamella, sottilette, carne, pasta, besciamella, carne, sottilette, pasta carne besciamella parmigiano…
Insomma cerco di mettere gli strati in modo diversificato in modo che quando la si taglia si vedono tutti gli strati diversi e i colori, e che inoltre le nostre lasagne non siano secche.
Termino con abbondante parmigiano e faccio cuocere tra i 20 e i 25 minuti nel forno
a circa 180°.
Il risultato è stato eccellente, ed è un po uno dei miei piatti “forti” che sfodero’ quando voglio fare bella figura e sentire complimenti non stop sulla cucina italiana.
Bocconcini di Tacchino con Cipolle e Birra di Natale
In questi giorni quia Nancy c’è davvero già aria di Natale e la città inizia ad illuminarsi di mille lucette colorate, le piazze si riempiono con le bancarelle dei mercatini di Natale, i bar servono la birra natalizia e si vendono le caldarroste ad ogni angolo.
Cotechino con Polenta e Spinaci
Natale si avvicina e data la mia passione smisurata per questa festa inizio il più presto possibile a proporvi ricette per il Natale, per San Nicolas (che pare esistere solo qui in Lorena), Santa Lucia, Capodanno, la Befana e chi più ne ha più ne metta.
Oggi quindi per inaugurare la sessione RICETTE PER LE FESTE … vi propongo una ricetta tripla, non proprio leggerissima, ma tipica della mia regione di provenienza (la Lombardia), e credo anche di molte altre regioni italiane.
Il cotechino è un tipo di insaccato consumato cotto.
La tradizione vuole che sia il piatto che si consuma il primo giorno dell’anno (o l’ultimo) accompagnato dalle lenticchie e dalla polenta.
L lenticchie, tra l’altro, dovrebbero portare tanti soldini per l’anno nuovo, io le mangio fin da piccola ma per ora niente casa alle Bahamas o conti alle isole Cayman.
Per cui per questa volta ho deciso di accompagnarlo con delle spinaci.
Non possiamo certo dire che il cotechino sia un piatto romantico per cui niente foto poetiche o frasi strappalacrime … passiamo subito alle ricette.
Per il cotechino:
INGREDIENTI:
Acqua
Cotechino
PREPARAZIONE:
Partendo dal fatto che qui in Francia il cotechino non si trova io posso farmi spedire dall’Italia solo quello della marcha FINI in quanto é sottovuoto ed è quindi l’unico che possa essere spedito per posta senza scadere o arrivare in cattivo stato.
Inoltre il cotechino di questa marca é senza glutine, é pronto in soli 15 minuti e non consiste in una preparazione lunghissima.
Il cotechino fresco infatti si deve far bollire nell’acqua per molto tempo e cambiando regolarmente l’acqua di cottura per togliere il sale e il grasso in eccesso.
Quello della marca FINI invece arrova sottovuoto, in una busta argentata e si fa bollire solo 15 minuti, in seguito si taglia la busta e si getta il liquido formato all’interno del contenitore eliminando cosi direttamente i grassi e il “succo” in eccesso.
Per la polenta:
INGREDIENTI:
Acqua
Sale grosso
Farina Gialla (farina di mais insomma)
Latte qb
Olio
PREPARAZIONE:
Per preparare una buona polenta si deve usare la proporzione di un litro di acqua per ogni 300 grammi di farina se si vuole una polenta soda, 250 grammi per la media e 200 grammi per una polenta molto tenera.
SI mette quindi l’acqua a bollire, con un cucchiaino di sale grosso per ogni litro di acqua, un cucchiaio di olio extra vergine d’oliva, sempre per ogni litro di acqua e, io in più aggiungo mezzo bicchiere di latte, sempre per questo litreo di acqua.
Quando il tutto bolle si aggiunge la farina nelle giuste proporzioni e si mescola fino alla completa disparizione dei grumi.
In seguito la si lascia sul fuoco per un po’ per creare la crosta.. che, diciamocelo, è la parte più buona della polenta! ^____^
Per gli spinaci:
INGREDIENTI:
400 gr di Spinaci surgelati (non è stagione purtroppo per gli spinaci freschi)
1 Dado
1 noce di Burro
Grana grattuggiato qb
1 spicchio di Aglio
PREPARAZIONE:
Mettegli gli spinaci direttamente in pentola, senza scongelarli in precedenza.
Piano, piano, a fuoco basso essi scongeleranno e cuoceranno automaticamente grazie all’acqua contenuta.
Aggiungete un dado.
In seguito quando saranno completamente scongelati aggiungete l’aglio e lasciate cuocere ancora un po e alla fine, spegnete il gas, aggiungete una noce di burro e il grana grattucciato a piacere.
E cosi le nostre tre ricette sono pronte e possiamo comporre il nostro piatto.
E intanto auguro buon appetito a tutti,anche perché qui nessuno ha ancora mangiato e quindi, vista l’ora tardiva ce ne andremo a pranzo.
A presto, prestissimo, per una nuova ricetta per le feste.
Ricetta in affiliazione con La Pulce e il Topo:
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