Storie dalla Cucina, Una tavola lunga mezzo milione di anni, LA POLENTA (capitolo 5)
Storie dalla Cucina
Una tavola lunga mezzo milione di anni
capitolo 5
LA POLENTA
Pur essendo conosciuto nelle sue diverse varianti pressoché sull’intero suolo italiano, ha costituito, in passato, l’alimento base della dieta delle regioni del nord Italia sopprattutto in Lombardia, Veneto, Trentino e Piemonte.
Il cereale di base più usato in assoluto è il mais, importato in Europa dalle Americhe, che le dà il caratteristico colore giallo, mentre prima la si faceva sopprattutto con farro, segale o grano nero.
In passato questo alimento era un piatto a se stante, a volte l’unico piatto che si poteva trovare nelle case italiane e per i più fortunati era accompagnato da qualche formaggio delle valli, dal gorgonzola o con del cotechino o salame.
Ora, con il passare del tempo é diventata più un accompagnamento al piatto ma ha comunque mantenuto la sua importanza e ora, da una trentina di anni a questa parte ha iniziato a diffondersi concretamente anche negli altri stati europei e anche in America.
La polenta viene prodotta cuocendo a lungo un ammasso semi-liquido costituito da un impasto di acqua e farina (solitamente a grana grossa) del cereale.
Oggi la più comune in Europa è quella a base di mais, detto granoturco, cioè la classica polenta gialla di cui parlavo qui sopra.
In tempi recenti sono state prodotte anche polente a cottura rapida per facilitarne la diffusione anche tra i più giovani e per adattarsi ai nuovi ritmi di lavoro delle famiglie italiane.
La polenta, o pane dei poveri é un piatto che puo durare tre giorni, il primo giorno la si mangia fresca, appena fatta, il secondo giorno la si puo abbrustolire o friggere e coprire di grana padano o pancetta, e il terzo giorno la si puo ricaldare ancora o farcire o utilizzare come crostini per la minestra.
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