Il Telefono ovvero la ricetta della felicità
Questa grande invenzione che è il telefono mi sembra sempre di piu un diea geniale…
E bravo Bell quando ci ha pensato (o quando ha rubato l’invenzione a Meucci) …
Grazie a questo simpaticissimo oggeto di plastica pieno di cavi elettrici che non so bene a cosa servono mi permette di restare in contatto con gli amici lontani.
Sentiremo cedric che urla fino a trento per la prossima bolletta del telefono ma poco ci importa visto che siam riusciti a parlare per quasi un’ora con la nostra piu cara amica.
Sto parlando di me al plurale… ma non tenetene conto è solo una forma di scrittura e non una mania di protagonismo troppo evidente.
E cosi si scopre che le liti con il moroso non siamo le sole a viverle ma che sono piu comuni di quel che si pensa…
E che la solitudine non è poi cosi grande.
E mi vengono in mente tutte quelle notti al telefono a parlae di tutto e di niente di quando ero appena adolescente.
E poi grazue al telefono ci si puo ascoltare senza vederci cosi nessuno si accorge che gli occhi sono lucidi per la felicità di sentire una voce amica dopo cosi tanto tempo.
E non si nota che staimo sbadigliando per il sonno.
E non si vede la stanchezza che ci da la vita di ogni giorno.
Ma sopprattutto grazie al telefono si programmano vacanze insieme piu o meno immaginarie e ci si risolleva il morale.
E si fula una sigaretta insieme ad un caffè come se fossimo sedute al bar come da tradizione.
Come se fossimo facci a faccia a raccontarci le nostre lunghe giornate.
E poi si prendono informazioni sulle famiglia, gli amici, i figli e il moroso.
Sul lavoro e anche sui guai.
E alla fine quando riattacco il telefono vorrei chiamare di nuovo e di nuovo perchè so che è il sonno che ci ha fermato.
Perchè gli argomenti non mancano.
E aspetto che vengano a trovarmi … E intanto scrivo un flusso di coscienza poco sensato perche sono grata di quest’amicizia profonda che non pensavo potesse lagarci anche a 1300 chilometri di distanza.
Grazie signorina Silvia!
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