Emozioni e Piadine
Mille chilometri.
Quattro paesi
E almeno un milione di emozioni diverse.
Ansia, stress, gioia, attesa, qualche lacrima, un po di stanchezza e tanta tanta felicità.
Credo di essere andata in iper ventilazione quando siamo usciti dall’austostrada ed entrati in tangenziale a Brescia.
Mi sono accorta che anche se ho una vita nuova e completa e che mi piace la in Francia, alcune cose mi mancano senza sosta.
Ora qui sto bene, per una volta all’anno il mio cuore non è diviso in due posti diversi.
C’è qui il mio uomo, la famiglia e gli amici d’infanzia che, anche se ormai hanno una vita ben diversa dalla mia e le cose in comune sono diminuite, hanno risposto subito presenti al mio appello per trovarci e passare le serata insieme.
Insomma avere tutto, per una volta e non dover sempre scegliere fa proprio bene al cuore.
Vi lascio solo qualche foto intanto, del viaggio, di casa… e ci sentiamo presto per il prossimo post.
Foto di cose banali ma che provano il mio arrivo a Brescia, il lungo lungo viaggio e la gioia di essere a casa e poi idee per farcire la piadina!
E intanto grazie a tutti, per le 33333 visualizzuazioni che continuano ad aumentare rapidamente!
Germania, nebbia, pioggia e un po di stanchezza! |
Una delle rare soste e il mitico vecchio camper che ci ha portato a casa. |
Lo stadio di Monaco di Baviera |
Arrivati a Brescia, interno di un centro commerciale, non sapevamo se eravamo nella pianura Padana o ai Caraibi date le palme!!! |
Aperitivo con Pirlo Pronto e il mio papà che ci attende a tavola! |
Piadina con Rucola, Speck e Scamorza affumicata, e pirlo! |
I regali di Natale, non vedersi da un anno ci ha portato a spendere i rispettivi stipendi per far più piacere possibile alla famiglia! ^____^ |
E le visite del blog, che crescono rapidamente! Grazie a tutti! |
E ora qualche idea per le vostre PIADINE:
Piadina Oscar: Speck, Rucola e Brie
Piadina Lori: Fiocco di Prosciutto crudo, fontina e insalatina fresca
Piadina Eric: Pasta d’Olive, Brie e Prosciutto cotto
Piadina Jessika: Coppa, Squacquerone, salsa ai Funghi e al Tartufo
Piadina Cédric: Pancetta coppata, formaggio Tremosine e Salsa di Carciofi
Italia stiamo ARRIVANDO !!!
Frittata con le Olive e Lunghi Bilanci di Fine Anno
N.B. L’introduzione a questo post sarà lunghissima, per cui se vi interessa solo la ricetta della frittata e non volete affrontare centinaia di parole del tutto non riguardanti la cucina vi consiglio di saltare direttamente alla fine della pagina. Se invece voltete sapere qualcosa di più di chi si nasconde dietro a tutte le ricette vi auguro una buona lettura.
Giovedi, Giovedi 19 Dicembre 2013 … Ultimo giorno di quest’anno in suolo francese.
Fa un po’ strano pensarla in questi termini.
Niente più Francia, o Nancy o atelier con i bimbi per quest’anno.
Tutto riprenderà nel 2014!
MA …
Ma anche niente più solitudine random, nostalgia selvatica e pomieriggi da sola a prendere il caffé, o al massimo con una o due colleghe.
Quest’anno è stato un anno strano, ricco di cose, avvenimenti e cambiamenti e non saprei dire se è stato un anno positivo, negativo o solo uno di quegli anni di transizione, dove tutto cambia inspiegabilmente e ci si sente un po’ strapazzati.
Dal punto di vista puramente lavorativo direi che le cose sono certamente migliorate.
Sono passata da “badante”, lavoro decisamente poco adatto a me anche se sempre svolto con il massimo dell’impegno, a lavori più interessanti e decisamente più adatti alle mie capacità e più vicini alle mie passioni.
Professoressa di teatro e regista direi che non è male, sopprattutto quando alla fine di un anno di lavoro intenso e passionale i ragazzi delle classi di teatro hanno avuto un gran successo, abbiamo riproposto tre repliche di ogni spettacolo e ci sono stati svariati complimenti da parte del mio capo ma anche di genitori orgogliosi (anche se pochi, in Francia pare un reato l’orgoglio genitorile) e sopprattutto da parte del pubblico che ha riso dall’inizio dello spettacolo fino alla fine.
Si sentivano ridere perfino i vecchietti in fondo alla sala!
Per poi diventare animatrice per l’ospedale di Nancy, ed essere subito éeletta “responsabile degli atelier di cucina con i bambini.
E ieri ricevere i complimenti del mio capo che ha notato il mio impegno, la mia passione e l’amore che trasmetto ad ogni bimbo.
E poi varie possibilità di lavoro, due in realtà, che si preannunciano davvero interessanti per il 2014 … possibilità di cui ancora non posso parlarvi (un po’ per scaramanzia e un po’ perché vorrei esserne sicura prima di dare annunci a caso) … ma che riuniscono perfettamente le mie due più grandi passioni (la cucina e la scrittura).
Insomma dal punto di vista lavorativo il bilancio è decisamente POSITIVO!
Parlando invece da punto di vista rapporti umani sono un po più indecisa.
Quando quasi 5 anni fa sono partita per Nantes, alla ricerca delle origini della mia famiglia (e della nonna materna) sapevo cosa questa mia scelta comportava, sapevo che a casa, anni di amicizia non sarebbero scomparsi nel nulla, magari si sarebbero affievoliti un po ma insomma diciamo che sapevo a cosa andavo incontro e anche se la mia scelta è parsa a tutti impulsiva, in realtà c’era un gran ragionamento dietro.
Quando invece a Settembre ho lasciato Nantes, per seguire il mio uomo a Nancy, in nome dell’amore (o cosi si dice) … non avevo ben considerato i rischi.
Cinque anni di amicizie a Nantes sarebbero durati nel tempo? Cosa significava ricominciare di nuovo a costruirsi una vita altrove? E in una città in cui si è consapevoli di restare solo un anno?
Cosa significava seguire il mio uomo in un luogo dove praticamente ci vediamo si e no due ore al giorno per i pasti? Cosa voleva dire dover restare spesso a casa, perché fuori fa troppo freddo per uscire e perché trovare di nuovo amici, creare di nuovo dei legami avrebbe preso molto molto tempo?
Queste domande non me le sono proprio posta prima di dire “ok, ti seguo” … e dover rinviare il mio ritorno in Italia ancora di un anno…
L’ho scoperta qui in Lorena la risposta a queste domande che sbagliando, non mi ero proprio posta.
E la realtà delle cose è che qui è dura, proprio dura.
Duro è non poter coltivare giorno per giorno la nostra relazione e non avere mai tempo per noi.
Duro è passare circa 8 ore al giorno senza parlare con nessuno (e penso si sia capito quanto io ami parlare).
Dura è ricominciare a conoscere la gente, creare legami, trovare il proprio posto in questa città.
Sopprattutto quando i colleghi più giovani hanno quasi 10 anni meno di te, quelli più vecchi hanno 21 anni e il nostro unico punto in comune è la passione per Il Signore degli Anelli.
Per quanto siano tutti persone splendide e divertenti non credo si possa definire il nostro rapporto in nessun modo se non una conoscenza poco più approfondita di un banale rapporto tra colleghi…
Per non parlare di tutto quello che mi perdo a casa standomene qui a ricreare una vita momentanea che si interromperà bruscamente ad agosto per finire chissà dove.
Dal punto di vista rapporti umani, boh… non saprei dire se la cosa è negativa o no, in realtà cerco di prendere il meglio, e i dico che è una nuova sfida con me stessa per ricrearmi, lavorare sui miei (numerosi) difetti e imparare qualcosa di nuovo. Bilancio? Ni!!!
Poi resta l’Amore… e parlo di quello che nei libri è descritto come l’amore assoluto, quello delle anime gemelle, quello cavalleresco, quello romantico…
Direi che il mio rapporto non è per nulla il rapporto perfetto, di cavalleresco ha ben poco ma che ci amiamo, e questo mi da la forza di restare, di essere positiva e di apprezzare tutti gli sforzi che il mio francesino fa per staccarsi dalla cultura francese dell’amore usa e getta, dell’amore ottuso e senza futuro.
Siamo cresciuti in ambienti diversi, abbiamo idee diverse dell amore, delle relazioni, e in realtà abbiamo punti di vista opposti molto spesso.
Ma è questo che ci lega, le nostre discussioni ci aiutano ad aprire la mente all’altro, alle sue idee, e ci cambiano a poco a poco avvicinandoci l’uno all’altro.
E nonostante siamo due imbranati purtroppo dotati di caratteri molto forti e non abbiamo l’abitudine a condividere i riflettori, in questo periodo siamo fieri l’uno dell’altro e stiamo bene insieme.
Bilancio dal punto di vista dell’amore? Se lui è riuscito ad amarmi per il disastro ambulante che sono e io ad amarlo per il bambinone che è credo che si possa dire che il bilancio è positivo, e fa piacere essere amati anche struccati al mattino e senza maschere. (Nonostante io tutt’ora, mi svegli per lavarmi i denti prima che lui si alzi).
Direi che il 2013 è stato un anno particolarmente difficile, sotto molti, moltissimi punti di vista e sento il bisogno di tornare a casa per ricaricare le batterie ma alla fine sono contenta, contenta di essere grassoccia, di essere amata, di essere attesa a casa e di avere questo blog che poco a poco prende importanza e che se anche impercettibilmente, mi avvicina sempre di più alla realizzazione dei miei progetti.
Bilancio finale? Ho pulito i sederi di vecchie contesse francesi, di donnone di 100 anni che all’epoca della seconda guerra mondiale collaboravano con i tedeschi e sono riuscita a farlo senza perdere la mia dignità, e da solo, questo basta per dire che il 2013 è stato un anno impegnativo ma fantastico, nonostante i problemi e le battaglie perse ci sono stati miglioramenti e sorprese meravigliose, per cui il mio 201″ è stato una gran rottura ma è stato decisamente un anno POSITIVO.
E con questa consapevolezza sono pronta a tornare a casa per le feste, riabbracciare i miei cari e mettere il tutto in pausa fino al 2014!
E ora, dopo questo lungo prologo, tutte queste parole che spero vi abbiamo fatto capire qualcosa in più di me e che non vi abbiano fatto venire il mal di testa, passiamo alla ricetta di oggi.
Polenta con Sorpresa e il Viaggio “Definitivo” !!!
Mercoledi è il giorno in cui mi sveglio prestissimo per andare al centro al lavoro con i bambini, gli atelier di cucina, i giochi e quest’oggi ci sarà la grande festa di Natale…
E io mi sveglio ancora più presto per darvi il nuovo post di oggi…
Sperando che apprezziate la ricetta che segue vi auguro una buonissima giornata!
Dal canto mio sperimentero’ il regalo che Santa Lucia mi ha portato dall’Italia e faro’ fare i biscottini-albero di Natale ai bambini stamattina!
Pasta Mare e Monti, Conti alla Rovescia e …
Periodo di feste…
Ho visto su un blog che in questo periodo leggo tutti giorni, di un’espatriata come me, un conto alla rovescia molto interessante che per l’appunto conta i giorni che la separano da casa… Mi sarebbe piaciuto piazzarne uno da qualche aprte anche io ma:
1) non so assolumante come si faccia a metterlo sul blog
2) noi non sappiamo ancora il giorno esatto esatto della partenza per il grande rientro per le vacanze
3) sarebbe solo servito a ricordarmi ancora di più quanto mi manca casa e non è un bene per la mia sanità mentale
4) e anche se il punto 2 e 3 non fossero esistiti resta comunque il fatto che, se non si fosse capito, non saprei proprio come aggiungerlo sto conto alla rovescia sul blog. Ecco!
Comunque conti alla rovescia per noi italiani in terra estera o per chi vive ancora nello stivale, il Natale si avvicina comunque a grandi passi e ci si deve preparare a cenoni, pranzi, pranzetti e a passare numerose ore a tavola.
Cosa che da un lato io eviterei volentieri visto che lievito già di mio senza per forza magiare per ore… ma che dall’altro lato proprio non voglio evitare, un po perché le specialità italiane, preparate dalla abili mani della mia mamma mi mancano tanto e un po perché questi lunghi pranzi e cene sono sinonimo di lunghe interessanti conversazioni con la famiglia che non vedo da un po…
E poi, diciamolo, mi sento un po una star quando torno a casa a contare gli appuntamenti, suddividere ore e giorni in modo efficacie per vedere più gente possibile…
E alla fine trovarmi con ogni sera occupata che manco fossi la moglie del caro François Hollande sarei cosi impegnata…
E poi quest’anno porto regali a non finire… cosa che non facevo da un po’, questa volta ho deciso che 12 mesi senza vedere nessuno nessuno nessuno della mia famiglia meritava una ricompensa, per loro e per me.
La MIA sarà rivedere tutti, amici e famiglia, essere riabbracciata e poter raccontare le novità di Nancy city dove vivo da qualche mese… Ormai Nantes la conoscevano e non c’erano più domande… Nancy invece è nuova, per me e per loro e con le sue stranezze e il suo credersi New York questa città ha tanto da offrire e da essere raccontato.
La LORO … sarà qualche pacchetto di Natale dal gusto prettamente francese e qualche scatola di Foie Gras, até o sale oceanico (il resto non lo svelo, altrimenti che sorpresa sarebbe?) E poi spero pure che anche a loro faccia piacere riabbracciarmi, altrimenti che gusto c’é a tornare?
Che poi, un piccolo appunto sul Foie Gras vorrei farlo…
In Italia dovete proprio essere pazzi o molto molto ricchi se velo comprate perché a quanto mi è stato detto il prezzo arriva anche a 200€ (199,99 in realtà, tanto per abbindolare gli allocchi con il centesimo di meno).
Qui, ovvio ci sono prezzi allucinanti se proprio si vuole quello della marca vattalapesca confezionato a mano da piccoli elfi francesi e preparato da oche d’oro, ma altrimenti lo si trova in media intono ai 35€ fino ai 50/60 euro al chilo.. E quando siamo a fine novembre fanno le super offertone e li mettono per un paio di settimane tutti al 50% e cosi te lo trovi pure a 18,95€ al chilo… E voglio dire c’è una gran differenza tra 18 e 200 … E il povero Foie Gras deve solo passare le Alpi… immagina se doveva viaggiare oltre oceano ti costa come un trilocale…
Vabbé, tralasciando questa parentesi su una delle follie del commercio torniamo al nostro argomento principale che sono le feste e i pranzi…
La mia adorabile mamma (dovreste proprio vederla quella santa donna cosa sta preparando per il mio ritorno in patria) ha gentilmente preparato uno dei suoi manicaretti e si è ricordata di fare le foto passo passo perché io possa condividerlo con voi.
Nel blog, esiste già una ricetta Mare e Monti credo (spero di non sbagliarmi altrimenti se a 26 anni la mia memoria è già andata non voglio immaginare che mi succederà intorno ai 40) ma nella verione che vi presento oggi diciamo che ci sono certe modifiche alla ricette di base, che danno più gusto e lo rendono un piatto perfetto per le feste.
Per il pranzo del 25 per esempio se amate il pesce sarà perfetto…
E per quelle famiglia che festeggiano anche il 26 si puo provare un semplice piatto di pasta con qualche midifica appropriata e fare comunque bella figura senza dove passare 15 ore davanti al forno.
Per cui prendete nota (dopo questa lunghissima introduzione) e scrivetevi la ricetta.
INGREDIENTI:
300 gr di pasta (spaghetti)
300 gr di gamberoni
1 cipolla
60 gr di piselli surgelati (finissimi)
100 gr di funghi champignon
1 dado
1 cucchiaino di pomodoro concentrato
1 scatoletta di tonno
acqua
PREPARAZIONE:
Tagliate la cipolla a fettine e mettetela a rosolare con un filo di olio in una padella dai bordi abbastanza alti…
Da me questo tipo di padella si chiama salta-spaghetti ma non so se sia un termine diffuso in tutta Italia o solo in casa Pomponette… Me lo direte se ci siamo capiti.
Quando la cipolla è abbastanza colorata aggiungete i piselli, il dado, i funghi tagliati e lasciante andare con mezzo bicchiere di acqua per qualche minuto.
Intanto se i vostri gamberoni sono già cotti spellateli e metteteli da parte, altrimenti dovrete bollirli per qualche minuto e poi, spellarli comunque.
Mescolate accuratamente il sugo di piselli e funghi e poi, quando si avvicina la fine della cottura aggiungete il tonno, il cucchiaino abbondante di concentrato di pomodoro e mescolate nuovamente.
A fine cottura aggiungete quasi tutti i gamberoni in pentola e mescolate un minutino.
Scolatate la pasta, conditela e impiattate e decorate con i gamberi che avete lasciato da parte.
Da mangiare caldo e in compagnia!
Buone FESTE a tutti!
La Festa di Santa Lucia
A Brescia… e credo anche a Bergamo ma sopprattutto nei paesi del nord Europa (Svezia, Norveglia e Finlandia) esiste questa festa, incrostata in tradizioni profonde, che è fatta di magia, luci e regali …
Una festa che da piccola adoravo e che crescendo continuo ad amare.
Mi ricordo che da piccola io e mio fratello dormivamo nello stesso letto la notte del 12 dicembre aspettando con ansia che mamma o papà venissero a svegliarci la mattina.
Su ogni gradino che da camera nostra portava giù in soggiorno c’erano a volte dei dolcetti, a volte dei pezzettini di carbone dolce e altre volte delle figurine che cospargevano il nostro sentiero verso il tavolo della sala….
E là la magia operava, le lucine di natale brillavano e nella penombra i vedeva una tavola impandita di colci, clementine e regali di ogni tipo per tutta la famiglia.
Mia mamma era abilissima nell’operare la magia e per noi piccoli che ci credevamo tantissimo tutto aveva un’aria di mistero.
E perfino ora che siamo giovani adulti, quando siamo a casa, la mamma si sveglia nel cuore della notte per far operare la magia ancora e ancora.
Mi fa piacere vedere, che una delle mie amiche (una delle migliori per altro) rifaccia la stessa cosa per il suo bimbo oggi.
Questa festa magica si ripete attravrso le generazioni e non muore insieme ad altre tradizioni ormai stantie…
Cosi, quest’anno ho deciso di far provare questa sensazione di attesa e aspettative che avevo da piccola anche al mio uomo, che nonostante i suoi 29 anni non ha mai avuto il privilegio di credere, da piccolo a tutte queste cose.
Qui in Francia infatti Santa Lucia non esiste e Babbo Natale è un po sottostimato…
Per cui questa notte mi sono svegliata e cercando di fare più piano possibile ho allestito il nostro tavolino del salotto, l’ho coperto di carta da regalo verde e oro, di ghirlande dorate e di regelini vari… più un chilo di clementine che è una cosa che non fa mai male.
E quando lui finalmente si è svegliato (erano le dieci accidenti, avrei potuto allestire il tavolo alle 8 al posto che stanotte alle 4) ed ha aperto la porta della camera… beh, aveva lo sguardo sorpreso e luccicante di un bambino!
Molto contente della mia sorpresa riuscite e di aver trasmesso un po di magia anche a quel miscredente del mio ragazzetto, pensavo che la cosa sarebbe finita li.
Invece, intorno all’ora di pranzo ha suonato il postino, con un pacco gigante per noi.
Il pacco veniva dall’Italia, e pare che nonostante le alpi, il freddo e la neve, l’asinello si Santa Lucia (che per comodità chiameremo mamma) è riuscito ad arrivare fino qui in Lorena.
E cosi la magia ha operato anche per me, ormai adulta e il tavolo era di nuovo pieno di pacchettini.
Che idea geniale hanno avuto i miei genitori che per l’ennesima volta nella mia vita sono riusciti a stupirmi e a strapparmi un sorriso.
Buona Santa Lucia a tutti!
Mi stavo dicendo che… stasera niente ricette … pensieri spersi e burro salato
Da qualche tempo io della Francia non so più che farmene… Sono cinque anni tra andate ritorni e permanenze e credo di aver esplorato l’esplorabile…
Mi stavo dicendo che… stasera niente ricette … pensieri spersi e burro salato
Da qualche tempo io della Francia non so più che farmene… Sono cinque anni tra andate ritorni e permanenze e credo di aver esplorato l’esplorabile…
Pomponette presenta: Cocktail by Marzio
Da ormai più di un anno, su questo mio blog potete trovare ricette per ogni occasione, antipasti, primi, secondi e dolci…
Mi sembrava pero’ che mancasse qualcosa…
Quando ero in Italia avevo l’abitudine di uscire con gli amici e insomma si esce, e a volte si festeggia o semplicemente si ha voglia di bere qualcosa in compagnia…
Cosa manca quindi a queto blog, per essere davvero completo, e offrirvi letteralmente di tutto?
Dei COCKTAILS !!!
Quindi …
Sul blog, a partire da questa settimana, oltre agli atelier di cucina con i bimbi, e la storia della cucina a capitoli,e numerose ricette, vi offro qualcosa di più leggero.
Una nuova rubrica, ricca di colori e profumi nuovi.
Marzio,il gentile omino che mi aiuterà in questo nuovo progetto, si occupa da ormai qualche tempo di gestire il retro-bancone in tre bar differenti ed ha cosi accumulato un bel po di esperienza per potervi proporre un cocktail ogni settimana per i prossimi tempi.
Ogni ricetta sarà composta da un drink alcolico e dalla sua versione analcolica, foto, ingredienti e la voglia di far festa.
Per il vostro piacere personale, e anche perché il nostro partner è dotato di una macchina fotografica con obiettivo migliore di quello del mio povero telefonino, le foto saranno anche migliori di quelle delle mie ricette, i colori saranno sgargianti e spero vi diano tutti voglia di essere provati.
* per i non anglofoni: “lasciate che la festa cominci”
Vous n’aurez pas l’Alsace et la Lorraine, ovvero Strasburgo, I Mercatini di Natale e i biscotti di Pain d’Epice!
Albero alto più di 5 piani! |
AVVENTURE E DISAVVENTURE DI UN’ITALIANA IN:
ALSAZIA!
Al grido di “NON AVRETE MAI L’ALSAZIA e LA LORENA!!!”
Mi è sembrato stranissimo ieri non scrivere sul blog e non avere nenache nulla di pronto da inserire all’ultimo minuto.
Ormai mi occupo di questo spazio con cosi tanto impegno e cosi regolarmente che saltare un giorno mi è davvero sembrato strano.
Ma sono tornata con tante cose da raccontarvi per cui, se magari faccio un articolo molto lungo, recupero lo scompenso di ieri e mi sento a posto con me stessa.
In ogni caso ho passato tre giorni nella combattutissima regione dell’Alsazia, a caccia di mercatini di Natale, fiere Medievali e specialité locali da poter gustare, e imparare a fare.
Un week end molto romantico anche se come al solito, se non ci succede qualcosa noi non siamo contenti.
Partiamo pero’ da qualche cosa interessante… abbiamo deciso di andare a vedere i mercatini di Natale di Strasburgo, non perché a Nancy non ce ne siano ma perché i mercatini del capoluogo dell’Alsazia sono i più vecchi di tutta Europa e la cosa mi ispirava non poco.
Quando qualcosa è vecchio, grande e Natalizio non puo che non interessarmi insomma.Babbo Natale, i grandi Abeti illuminati, grandi e vecchi libri consunti impacchettati in carta rossa… tutta roba vecchia, grande e natalizia alla quale non posso proprio rinunciare.
Tornando a noi, il marcatino di Natale di Strasburgo sono stati creati nel 1570 ed é formato da più di 300 bancarelle, suddivise in dieci piazze.
Tutto questo richiama ovviamente moltissimi turisti, sopprattutto tedeschi e italiani che arrivano il sabato pomeriggio e occupano le bancarelle come fossero mosche appiccicate alla carta moschicida.
Il ridicolo non ha mai ucciso nessuno! |
Fortunatamente ho un ragazzetto non particolarmente stupido ( che se sa che parlo di lui cosi probabilmente mi appende nell’armadio, eheh) che immaginava tutto questo affluire di turisti e mi ci ha condotto il venerdi sera.
Il che non solo mi ha permesso di visitare quasi tutte le bancarelle in santa pace ma anche di perdere tempo a provare stupidi cappellini in forma di animale e rendermi ridicola per un bel po di tempo.
Purtroppo sono rinsavita all’ultimo momento e il mio magnifico cappello a forma di cicogna (che é il simbolo della città) non me lo sono comprata, e dico purtroppo perché a me quel cappelletto proprio piaceva!
Le differenti bancarelle in realtà vendono più o meno gli stessi prodotti, ci sono quelle con le decorazioni in legno, quelle con il vin Brulé, quelle con i cappelletti a forma di animale, quelle con i giochi di legno per i bambini e quelle con le diverse specialità eno-gastronomiche della regione.
Poi su una piazza che non nominero’ perché ha il nome in tedesco e proprio non riesco a ricordarmi come si scrive, c’è il mercatino delle associazioni umanitarie, animaliste e chi più ne ha più ne metta, dove si trovano quadretti, cibi dal mondo e anche Babbo Natale.
Dato che lui passava da li e che noi passavamo di li, ci siamo ovviamente fotografati insieme, non avrei mai potuto perdere l’occasione di essere immortalata con il signore in rosso.
Vi lascio qui sotto qualche foto dei mercatini e della visita della città.. una delle città più belle di Francia tra l’altro ,a mio modesto parere.
Sembra costruita li, sul momento, come fosse finta, pulita, calda, luminosa e magica.
Io me ne sono subito innamorata.
Dopo aver fatto il piano di Strasburgo e delle sue stradine meravigliose ci siamo spostati in giro per l’Alsazia senza mete precise e siamo capitati prima in una cittadina montana dal nome impossibile e in seguito nella città di Saverne che fino a ieri era completamente sconosciuta ai miei occhi ed ora mi chiedo il perché visto che in passato è stata sulla bocca di tutti, ma forse sono io che devo aver saltato lo studio di quel preciso periodo storico.
Va a sapere!
Quindi dicevo…
Qualche altra cosetta da sapere è che la povera regione dell’Alsazia, e quella della Lorena, è che per moltissimi anni Germania e Francia litigavano per possederle, e questo ben prima della Seconda Guerra.
E in particolare, la citta di Saverne non sapeva più dove collocarsi in quanto lungo tutto il 1800 e la prima parte del 1900 cambiava nazionalità ogni due per tre.
L’animo dei cittadini di Saverne restava pero’ aggrappato alla tradizione e alla cultura francese e questo particolare attaccamento alla France ha quesi fatto scoppiare la prima guerra mondiale con un paio di annetti di anticipo per noi 1(5-18) e con un anno di anticipo per loro (14-18).
Castello di Rohan |
Nel 1913 un luogotenente tedesco tale Forstner che si trovava a Saverne nel castello della città ,all’epoca utilizzato come sede dell’esercito’, ebbe la buonissima idea di trattare una manciata di soldati francesi da “Voyoux” ovvero da monelli o mascalzoni in un momento in cui i rappiorti tra francia e impero prussiano erano già molto incrinati.
Questo piccolo diverbio, che ora riterremo ridicolo, ha fatto il giro dell’Europa ed è giuto alle orecchie dell’imperatore in pochissimo tempo.
Quello che ora conosciamo come “L’incidente di Saverne” è stato all’epoca un grave scandalo, ampiato dai giornalisti e passato di bocca in bocca, una decina di libri sono stati scritti all’epoca su questo soggetto, sono stati tirati in ballo i giudici, e il luogotenente all’epoca poco più che ventanne ha dovuto girare con la scorta per non essere picchiato dai francesi.
E sopprattutto, si è sfiorato l’incidente diplomatico e l’inizio della prima guerra mondiale nel 1913.
Questo aneddoto storico era raccontato in un’esposizione (con tanto di foto, libri, testi vari e manifesti) nel castello di Rohan a Saverne per l’appunto, luogo dove ho anche potuto vedere una seconda esposizione su un personaggio femminile degli anni 30, tale Louise Weiss, giornalista, sufragetta, femminisca, viaggiatrice e grande oppositrice dell’ascesa al potere di Hitler (cosa che le causo’ non pochi problemi).
Se vi interessasse la storia della sua vita non avete che da chiedere e avrei un grande piacere a parlarvi di lei in quanto credo sia uno dei miei personaggi storici preferiti …
La conosco solo da due giorni ma tra l’esposizione e le letture di questa notte sono proprio diventate una fan sfegatata di questa intelligentissima donna.
Tra aneddoti, fatti storici e mercatini ci siamo un po persi e questo post sta diventando lunghissimo…
Per cui vi raccontero’ solo un’ultima cosa prima di passare alla ricetta dei tipici biscottini di Pain d’Epice. Siamo comunque su un blog di cucina e dovrei cercare di non dimenticarmelo,no? Che poi magari ve ne andate via se non trovate la ricetta.
Quindi ultima cosa da dirvi è che questo week end lo abbiamo fatto in camper.
E, per chi non lo sapesse questo camper è ancora un vecchio vecchio modello ,iper funzionale e meraviglioso ma che prevede cucina e riscaldamento a gas, cosa che a quento pare sui nuovi modelli non è più cosi, va a sapere perché.
In ogni caso il mio ragazzo ed io, facendo prova di cattiva memeoria ed eccessiva fiducia in noi, siamo partiti da Nancy senza controllare il livello del gas (anche perché la spia luminosa ci diceva che la bombola era quasi piena).
Siamo arrivati a strasburgo e abbiamo lasciato il camer in campeggio.
Tutto il venerdi abbiamo girato per la città, e tra il freddo, il vento e gli scrisci di pioggia, una volta tornati al camper sognavamo solo di accendere la stufa metterci al caldo e preparare un cena romanica, a lume di candela.
Di cena avevamo quindi previsto Confit di Anatra e Patate all’Alsaziana, tanto per restare in tema e per chi se lo chiedesse, si, cucino anche in camper come fossi a casa, lo spazio angusto, i due fuochi e tutto il resto non mi spaventano.
Il ridicolo non ha mai ucciso nessuno (2) |
Sta di fatto che non solo non abbiamo cucinato una cippa lippa, ma non abbiamo neanche potuto riscaldarci un poco perché dieci minuti dopo aver acceso il riscaldamento la fiamma si è spenta e ci siamo accorti che la maledetta spia della bombola si sbagliava, e che anche i nostri souvenir erano sbagliati.
In camper non c’era più gas.
Fuori faceva -5°.
Non avevamo la possibilità ne di accendere la stufa, ne di prepararci, non dico la cena calda e romantica prevista, ma nemmeno di scladarci un thé.
Il ridicolo non ha mai ucciso nessuno (3) ma il freddo si!!! |
E vi garantisco che mi sentivo come nel film “Into the Wild” . Vedevamo il nostro alito creare nuvolette di vapore bianche, abbiamo cenato con una scatoletta di sgombro che per non so quale fortuna avevo portato con me, pane in cassetta e formaggio.
A lume di candela si, ma non per essere romantici ma per scaldarci le mani.
Ne rido sopra ma avevamo cosi freddo che abbiamo pensato di fare un fuoco nel campeggio (cosa illegale, illegalissima).
Abbiamo passato la notte sotto un piumino pesante e tutte le coperte che siamo riusciti a trovare, il giorno dopo pensavamo di essere sopravvissuti come quelli che si svegliano per miracolo dopo una notte nella neve. Pensavamo anche di esserne usciti indenni ma ovviamente ci sbagliavamo e ora Cedric è a letto con la febbre e il raffreddore, mentre io vi scrivo con le pastiglie per la gola che mi tengono compagnia.
Ma quanto sarebbe stato noioso questo racconto se non ci fosse stato “L’incidente della Stufa”???
E ora passiamo alla ricetta di questi biscottini, tipici tipici natalizi, leggeri e buonissimi che in Alsazia spopolano!
BIscotti di Pain d’Epice:
INGREDIENTI:
3 tazze di farina
1 cucchiaio da minestra di zenzero
1 cucchiaio da thé di cannella
1 cucchiaino da thé di bicarbonato di sodio alimentare
1/2 cucchiaino di noce moscata
1/2 cucchiano di sale
3/4 di tazza di burro sciolto
1 tazza di zucchero di canna
1/2 tazza di melassa (che sinceramente no so dove potreste comprare in Italia, magari ditemelo se lo sapete)
1 uovo
PREPARAZIONE:
Nulla di più facile.
In una ciotola capiente mescolate tutti gli ingredienti solidi.
In un altra mescolate lo zucchero con il burro, ma melassa e l’uovo.
Con lo sbattitore elettrico a bassa velocità o con la vostra frusta iniziate ad incorporare gli ingredienti secchi nella ciotola degli ingredienti… umidi?-non secchi? oggi le parole mi sfuggono, sarà che il freddo mi ha intorpidito il cervello?
Mettete la pasta in frigo per circa un ora e nel mentre preparate due teglie coperte di carta forno.
Dieci minuti prima di infornare scadalte il forno a 190°.
Togliete l’impasto dal frigo, stendetelo perché raggiunga circa i 2/3 cm di spessore e con le vostre formine create gli ometti di pan d’epice oppure gli alberelli o quel che più vi piace.
Infornate per circa 8 minuti.
Disegnate con la glassa la faccina o i bottoni o quel che vi va. (La glassa si fa con un albume e una tazza e mezza di zucchero a velo).
Quasi tutte le grandi costruzioni, palazzi e chiese di Strasburgo sono costruite in pietre rosse. Se sapete perché sarei curiosa di saperlo. |
Quando ero alle medie ero stata in gita a Strasburgo e avevamo mangiato nel ristorante qui a sinistra. Il primo palazzo. Souvenirs! |
La stazione di Strasburgo, perfetto mix tra antico e moderno. |
Una delle vetrate della stazione di Strasburgo. |
Stazione di Strasburgo da dentro |
Stazione di Strasburgo da fuori |
Ogni singola strada, casa o cosa, era addobbata e pronta per Natale, e io sono torntata bambina. Tutto era meraviglioso!!! |