Ricette

Cocktail by Marzio, Sailormoon

Ehi, é la Vigilia di Natale … 
Non siente anche voi super-eccitati ,un po in ansia per il cenone e comunque molto felici? O solo io mi sento cosi? 

In ogni caso eccoci di nuovo per il nostro appuntamento settimanale con i cocktail di Marzio, bartender di Brescia che ci mette a disposizione un po del suo tempo e delle sue conoscenze per prepararci un drink ogni martedi.

Oggi ci propone un’idea perfetta per Natale con decorazioni di cannella e una piccola aggiunta di zenzero al cocktail!

MINI DIZIONARIO DEL BARMAN:
Oggi non ci sono termini nuovi strani per cui se qualche parola vi scappa potete consultare il dizionario della settimana scorsa.

SAILORMOON

Oggi il cocktail che vi propongo è il “sailormoon”! 
Nome dato da una cliente affezionata che ha associato il mio nome al personaggio Maschile per l’appunto della serie di grande successo Sailor Moon.  vabbè… vedete di cosa parlo,no? 
Stavolta siccome a Natale berrete già per conto vostro il cocktail è rigorosamente ANALCOLICO! Insomma potete berne fino a star male e rimettervi al volante subito dopo 

Per questa ricetta ci occorrerà:

1 succo di ananas (se lo potete fare fresco è una bomba)
Sweet & sour
1 succo tropicale (in alternativa potete farne una versione con l’ACE)
polpa di fragola
e sciroppo di zenzero

Come procediamo?

Innanzitutto il nostro è un cocktail preparato in mix and pour quindi versate tutto nel vostro boston. (quella specie di shaker rosso che vedete nella foto)
Versate 2 oz di sweet & sour (1/3 succo limone 1/3 zucchero di canna liquido, 1/3 acqua)
2 oz di succo d’ananas, 1 oz di succo tropicale, 1/2 oz di polpa di fragola e aggiungete proprio un goccino solo (1/4 oz ) di sciroppo allo zenzero.
Vedrete non darà quel piccante tipico dello zenzero ma piuttosto un sapore leggermente erbaceo al tutto. (solo io ci abbinerei gli omini di pan di spezie?)
Ora chiudete il boston e shakerate con forza.
Preparate il bicchiere… a me piace servire il “Sailor moon” con un glass rimmel alla pesca
sia per il suo colore che per il sapore morbido
quindi prendete il vostro Juice sporcatene i bordi con polpa di pesca e passateli nello zucchero.
poi mettete il ghiaccio (cubetti interi) fino a  riempire il bhicchiere facendo attenzione a non toccare il bordo.
Versate.
Attenzione al bordo il glass rimmel si scioglie!

Per la decorazione:

Anche qui date spazio alla fantasia, una piccola spirale di scorza di limone per tenere le cannucce è sempre un idea carina e delle stecche di cannella.
Si può bere anche come aperitivo !!!
Buone Feste da Marzio!


Oggi avrete un secondo post a disposizione, questo pomeriggio… per cui restate da queste parti!!! 
E intanto buona Vigilia a tutti!!!


Emozioni e Piadine

Mille chilometri.
Quattro paesi
E almeno un milione di emozioni diverse.
Ansia, stress, gioia, attesa, qualche lacrima, un po di stanchezza e tanta tanta felicità.
Credo di essere andata in iper ventilazione quando siamo usciti dall’austostrada ed entrati in tangenziale a Brescia.
Mi sono accorta che anche se ho una vita nuova e completa e che mi piace la in Francia, alcune cose mi mancano senza sosta.
Ora qui sto bene, per una volta all’anno il mio cuore non è diviso in due posti diversi.
C’è qui il mio uomo, la famiglia e gli amici d’infanzia che, anche se ormai hanno una vita ben diversa dalla mia e le cose in comune sono diminuite, hanno risposto subito presenti al mio appello per trovarci e passare le serata insieme.
Insomma avere tutto, per una volta e non dover sempre scegliere fa proprio bene al cuore.

Vi lascio solo qualche foto intanto, del viaggio, di casa… e ci sentiamo presto per il prossimo post.

Foto di cose banali ma che provano il mio arrivo a Brescia, il lungo lungo viaggio e la gioia di essere a casa e poi idee per farcire la piadina!
E intanto grazie a tutti, per le 33333 visualizzuazioni che continuano ad aumentare rapidamente!

Germania, nebbia, pioggia e un po di stanchezza!

Una delle rare soste e il mitico vecchio camper che ci ha portato a casa.

Lo stadio di Monaco di Baviera

Arrivati a Brescia, interno di un centro commerciale, non sapevamo se eravamo nella pianura Padana o ai Caraibi date le palme!!!

Aperitivo con Pirlo Pronto e il mio papà che ci attende a tavola!
Piadina con Rucola, Speck e Scamorza affumicata, e pirlo! 

I regali di Natale, non vedersi da un anno ci ha portato a spendere i rispettivi stipendi per far più piacere possibile alla famiglia! ^____^

E le visite del blog, che crescono rapidamente! Grazie a tutti!

E ora qualche idea per le vostre PIADINE:

Piadina Oscar: Speck, Rucola e Brie

Piadina Lori: Fiocco di Prosciutto crudo, fontina e insalatina fresca

Piadina Eric: Pasta d’Olive, Brie e Prosciutto cotto

Piadina Jessika: Coppa, Squacquerone, salsa ai Funghi e al Tartufo

Piadina Cédric: Pancetta coppata, formaggio Tremosine e Salsa di Carciofi

Storie dalla Cucina, Una tavola lunga mezzo milione di anni, LO SPIEDO (capitolo 3)

Storie dalla Cucina
Una tavola lunga mezzo milione di anni


capitolo 3
LO SPIEDO 


Terzo capitolo di questa storia a puntate…
E siamo in tempo di Natale, di feste e tradizioni…
E date le mie origini bresciane non potevo non raccontarvi un po’ la storia dello spiedo, piatto tipico di questa città, incastrato perfettamente tra la tradizione bresciana e quella della mia famiglia.
Un capitolo un po’ diverso con solo qualche accenno storico e una storia che mi tocca personalmente.

Arrostire le carni direttamente sul fuoco è stata certamente la prima forma di cottura utilizzata dall’uomo dopo che l’ebbe scoperto, il cui uso domestico risale a circa due milioni di anni fa., mentre il primo focolare sinora individuato sembra posteriore di circa cinquecentomila anni.

Nelle grandi cucine dei nobili e dei potenti sin dal Medioevo esistevano spiedi di diversa lunghezza e caratura e lo spiedo era in genere montato su anelli di un paio di pesanti sostegni di metallo disegnati per reggere lo spiedo ad altezza variabile messi direttamente davanti al fuoco di un camino


La specialità gastronomica dello ‘spiedo”, o spet, a Brescia designa il piatto ‘principe” della sua cucina, divenendo, nel corso dei secoli un vero oggetto di culto.

Numerosi ristoranti offrono questo piatto da consumare sia sul posto che da poter portare a casa e lo si puo consumare anche alla varie feste in tutti i villaggi e paesini che circondano la provincia.

Il nonno Agide nel lontano 1998

Lo spiedo oggi si compone di pezzi di carni differenti, coniglio, maiale e pollo, pezzini di lardo, salvia e qualche patata qua e la. E in alcuni posti si trovano ancora i tradizionali uccelletti anche se io quelli proprio non riesco a mangiarli.

Detto questo vi diro’ che da noi, per molti anni è stato il piatto tipico da mangiare la sera della vigilia. 
Per molto tempo, fin da quando ero piccola ci si riuniva tutti a casa dei nonni materni e in questo ambiente caldo e familiare il nonno e mio papà se ne stavano a turno davanti al camino per un minimo di sette ore a far cuocere lo spiedo.

Questa tradizione per me era particolarmente toccante, sopprattutto quando ero piccola, vedere questi due uomini particolarmente cari al mio cuore sedersi davanti al camino, e preparare per noi questo piatto era ormai la cosa che più aspettavo nel periodo natalizio.

Finito di cuocere lo spiedo lo si mangiava tutti insieme con tutta la famiglia che proveniva da vari punti dell’Europa seduta intorno alla stessa tavola a raccontarsi tutto quello che causa lontananza non si aveva potuto condividere prima.

Dopo la cena il fuoco si spegneva magicamente, e non so bene ancora in che modo apparivano tanti piccoli pacchetti e pacchettini con carte natalizia e fiocchi rossi, sicuramente portati da Babbo Natale!

Lo spiedo, la vigilia e la feste con la famiglia erano e sono tutt’ora il momento che preferisco dell’anno.

Oggi, dato che il macchinario per lo spiedo è di proprietà del nonno ed è sperso in non so bene che punto della loro casetta noi siamo dovuti andare a comprarlo. Ma la gioia era comunque grande e le tradizioni sono rimaste, il raccontarsi tutto cio’ che non si ha potuto condividere durante ques’anno lunghissimo in cui non ci siamo visti, le risate e tutto il resto… mi sembrava di nuovo di avere 10 anni, quando il nonno, ancora in forma e non essendo ancora malto poteva occuparsi del camino, del fuoco e di far cuocere lo spiedo.

Certo oggi non è il giorno della vigilia, ma é stato comunque molto simpatico e in più era il primo spiedo di Cedric che quest’anno tra l’altro si troverà ad affrontare per la prima volta il Natale tradizionale con la mia famiglia come io ho vissuto il loro Natale l’anno scorso con la sua di famiglia e le loro tradizioni strane ma comunque magnifiche.



Frittata con le Olive e Lunghi Bilanci di Fine Anno

N.B. L’introduzione a questo post sarà lunghissima, per cui se vi interessa solo la ricetta della frittata e non volete affrontare centinaia di parole del tutto non riguardanti la cucina vi consiglio di saltare direttamente alla fine della pagina. Se invece voltete sapere qualcosa di più di chi si nasconde dietro a tutte le ricette vi auguro una buona lettura.

Giovedi, Giovedi 19 Dicembre 2013 … Ultimo giorno di quest’anno in suolo francese.
Fa un po’ strano pensarla in questi termini.
Niente più Francia, o Nancy o atelier con i bimbi per quest’anno.
Tutto riprenderà nel 2014!
MA …
Ma anche niente più solitudine random, nostalgia selvatica e pomieriggi da sola a prendere il caffé, o al massimo con una o due colleghe.
Quest’anno è stato un anno strano, ricco di cose, avvenimenti e cambiamenti e non saprei dire se è stato un anno positivo, negativo o solo uno di quegli anni di transizione, dove tutto cambia inspiegabilmente e ci si sente un po’ strapazzati.
Dal punto di vista puramente lavorativo direi che le cose sono certamente migliorate.
Sono passata da “badante”, lavoro decisamente poco adatto a me anche se sempre svolto con il massimo dell’impegno, a lavori più interessanti e decisamente più adatti alle mie capacità e più vicini alle mie passioni.
Professoressa di teatro e regista direi che non è male, sopprattutto quando alla fine di un anno di lavoro intenso e passionale i ragazzi delle classi di teatro hanno avuto un gran successo, abbiamo riproposto tre repliche di ogni spettacolo e ci sono stati svariati complimenti da parte del mio capo ma anche di genitori orgogliosi (anche se pochi, in Francia pare un reato l’orgoglio genitorile) e sopprattutto da parte del pubblico che ha riso dall’inizio dello spettacolo fino alla fine.
Si sentivano ridere perfino i vecchietti in fondo alla sala!
Per poi diventare animatrice per l’ospedale di Nancy, ed essere subito éeletta “responsabile degli atelier di cucina con i bambini.
E ieri ricevere i complimenti del mio capo che ha notato il mio impegno, la mia passione e l’amore che trasmetto ad ogni bimbo.
E poi varie possibilità di lavoro, due in realtà, che si preannunciano davvero interessanti per il 2014 … possibilità di cui ancora non posso parlarvi  (un po’ per scaramanzia e un po’ perché vorrei esserne sicura prima di dare annunci a caso) … ma che riuniscono perfettamente le mie due più grandi passioni (la cucina e la scrittura).

Insomma dal punto di vista lavorativo il bilancio è decisamente POSITIVO!

Parlando invece da punto di vista rapporti umani sono un po più indecisa.
Quando quasi 5 anni fa sono partita per Nantes, alla ricerca delle origini della mia famiglia (e della nonna materna) sapevo cosa questa mia scelta comportava, sapevo che a casa, anni di amicizia non sarebbero scomparsi nel nulla, magari si sarebbero affievoliti un po ma insomma diciamo che sapevo a cosa andavo incontro e anche se la mia scelta è parsa a tutti impulsiva, in realtà c’era un gran ragionamento dietro.
Quando invece a Settembre ho lasciato Nantes, per seguire il mio uomo a Nancy, in nome dell’amore (o cosi si dice) … non avevo ben considerato i rischi.
Cinque anni di amicizie a Nantes sarebbero durati nel tempo? Cosa significava ricominciare di nuovo a costruirsi una vita altrove? E in una città in cui si è consapevoli di restare solo un anno?
Cosa significava seguire il mio uomo in un luogo dove praticamente ci vediamo si e no due ore al giorno per i pasti? Cosa voleva dire dover restare spesso a casa, perché fuori fa troppo freddo per uscire e perché trovare di nuovo amici, creare di nuovo dei legami avrebbe preso molto molto tempo?
Queste domande non me le sono proprio posta prima di dire “ok, ti seguo” … e dover rinviare il mio ritorno in Italia ancora di un anno…
L’ho scoperta qui in Lorena la risposta a queste domande che sbagliando, non mi ero proprio posta.
E la realtà delle cose è che qui è dura, proprio dura.
Duro è non poter coltivare giorno per giorno la nostra relazione e non avere mai tempo per noi.
Duro è passare circa 8 ore al giorno senza parlare con nessuno (e penso si sia capito quanto io ami parlare).
Dura è ricominciare a conoscere la gente, creare legami, trovare il proprio posto in questa città.
Sopprattutto quando i colleghi più giovani hanno quasi 10 anni meno di te, quelli più vecchi hanno 21 anni e il nostro unico punto in comune è la passione per Il Signore degli Anelli.
Per quanto siano tutti persone splendide e divertenti non credo si possa definire il nostro rapporto in nessun modo se non una conoscenza poco più approfondita di un banale rapporto tra colleghi…
Per non parlare di tutto quello che mi perdo a casa standomene qui a ricreare una vita momentanea che si interromperà bruscamente ad agosto per finire chissà dove.

Dal punto di vista rapporti umani, boh… non saprei dire se la cosa è negativa o no, in realtà cerco di prendere il meglio, e i dico che è una nuova sfida con me stessa per ricrearmi, lavorare sui miei (numerosi) difetti e imparare qualcosa di nuovo. Bilancio? Ni!!!

Poi resta l’Amore… e parlo di quello che nei libri è descritto come l’amore assoluto, quello delle anime gemelle, quello cavalleresco, quello romantico…
Direi che il mio rapporto non è per nulla il rapporto perfetto, di cavalleresco ha ben poco ma che ci amiamo, e questo mi da la forza di restare, di essere positiva e di apprezzare tutti gli sforzi che il mio francesino fa per staccarsi dalla cultura francese dell’amore usa e getta, dell’amore ottuso e senza futuro.
Siamo cresciuti in ambienti diversi, abbiamo idee diverse dell amore, delle relazioni, e in realtà abbiamo punti di vista opposti molto spesso.
Ma è questo che ci lega, le nostre discussioni ci aiutano ad aprire la mente all’altro, alle sue idee, e ci cambiano a poco a poco avvicinandoci l’uno all’altro.
E nonostante siamo due imbranati purtroppo dotati di caratteri molto forti e non abbiamo l’abitudine a condividere i riflettori, in questo periodo siamo fieri l’uno dell’altro e stiamo bene insieme.

Bilancio dal punto di vista dell’amore? Se lui è riuscito ad amarmi per il disastro ambulante che sono e io ad amarlo per il bambinone che è credo che si possa dire che il bilancio è positivo, e fa piacere essere amati anche struccati al mattino e senza maschere. (Nonostante io tutt’ora, mi svegli per lavarmi i denti prima che lui si alzi).

Direi che il 2013 è stato un anno particolarmente difficile, sotto molti, moltissimi punti di vista e sento il bisogno di tornare a casa per ricaricare le batterie ma alla fine sono contenta, contenta di essere grassoccia, di essere amata, di essere attesa a casa e di avere questo blog che poco a poco prende importanza e che se anche impercettibilmente, mi avvicina sempre di più alla realizzazione dei miei progetti.

Bilancio finale? Ho pulito i sederi di vecchie contesse francesi, di donnone di 100 anni che all’epoca della seconda guerra mondiale collaboravano con i tedeschi e sono riuscita a farlo senza perdere la mia dignità, e da solo, questo basta per dire che il 2013 è stato un anno impegnativo ma fantastico, nonostante i problemi e le battaglie perse ci sono stati miglioramenti e sorprese meravigliose, per cui il mio 201″ è stato una gran rottura ma è stato decisamente un anno POSITIVO.

E con questa consapevolezza sono pronta a tornare a casa per le feste, riabbracciare i miei cari e mettere il tutto in pausa fino al 2014!

E ora, dopo questo lungo prologo, tutte queste parole che spero vi abbiamo fatto capire qualcosa in più di me e che non vi abbiano fatto venire il mal di testa, passiamo alla ricetta di oggi.

Frittata con le Olive

INGREDIENTI:
4 uova
Una decina di Olive Nere (alla greca)
60 gr di Pancetta affumicata
2 Cipolle piccola (o 4 echalottes)
Burro qb
Sale
Pepe
PREPARAZIONE:

Mettete una noce di burro in una padella dai bordi bassi, tagliate le cipolle a fettine sottili e fatele colorare insieme alla pancetta, anch’essa tagliata a fettine sottili.
Lasciate colorare il tutto per qualche minuto e intento aprite le uova.
Sbattete le uova per bene, aggiungete il sale e il pepe.
Aggiungete le olive nere e mescolate.
Quando cipolla e pancetta saranno ben colorate aggiungetele nella ciotola con le uova, mescolate ancora e rimettete il tutto in padella con un’altra noce di burro.
Fate cuocere e il gioco è fatto. 
La ricetta è facilissima da fare, veloce da realizzare ma molto gustosa grazie sopprattutto alle olive nere alla greca che darenno un tocco in più di sapore a questo piatto.
Vi auguro ancora buone feste e ci risentiamo Sabato o Domenica … al mio arrivo nello stivale!
E grazie a tutte le oltre 30mila visite che avete effettuato qui sul blog, spero che nel 2014 saremo ancora più numerosi!
Grazie anche per i vostri commenti, sopprattutto a +francesca fra e ad +Erica Di Paolo che sono tra le più presenti tra tutti i commenti.
E grazie anche a quelli che hanno criticato le ricette perché, anche se non lo si vuole mai ammettere, ogni tanto le critiche permettono di avanzare e migliorarsi. Per cui grazie anche a +gatto rosso anche se sul momento le mie lasagne si erano sentite particolarmente offese.


Eccomi!

Eccomi! | 19 Novembre 2012 | By

Salve amici!

Mi chiamo Noemi e sono una ragazza che ama cucinare e anche mangiare eheheh 🙂

Mia madre è cuoca, mio padre cuoco e pizzaiolo… si può dire che io abbia proprio la passione nel sangue…

Quando ho cominciato con i miei primi esperimenti volevo semplicemente esprimere me stessa, ed essendo sempre piuttosto entusiasta di ciò che si può creare con pochi ingredienti ho cominciato a far foto a destra e sinistra delle mie creazioni per serbarne il ricordo…

Un giorno, tutto cambiò grazie ad un caro amico, Orazio, che assaggiando un dolce con me ed altri amici disse con gli occhi che brillavano: ”Sa proprio di felicità!”

Ed ecco li, la mia rivelazione…! Il cibo è passione, sentimento, amore, amicizia, semplicità… Avete mai fatto un dolce per qualcuno che detestate? Io no… Ecco, il cibo e il cucinare raccolgono nella loro essenza tutti i sentimenti più puri e belli della vita… La torta di compleanno per il primo anno di tuo figlio che sa di amore, la pizza preparata con gli amici che sa di felicità, il pranzo della nonna la domenica al sapor di famiglia, e persino il brodino caldo per una persona malata al profumo di conforto…

Quel giorno, così improvvisamente, mi resi conto che tutto aveva un sapore, ma non il sapore del cibo in sè per sè… tutto ha il sapore degli aspetti più puri ed autentici della vita…

E decisi, quasi senza pensarci, di creare una paginetta su Facebook, piccola, sconosciuta, una goccia nell’oceano forse, sì, ma MIA… Il mio mondo, i miei piatti felici, quelli che cucino accanto alla persona che amo, quelli che preparo per la mia cuginetta, quelli che rubo dalla meravigliosa creatività di mia mamma, quei piatti che appartengono alle sensazioni quotidiane del mio piccolo mondo…

Ed ora, eccomi a voler condividere questo mondo con tutti voi, con questo blog.

Un caloroso benvenuto a tutti voi che ne prenderete parte.

Noemi