Ricette

Storie dalla Cucina, Una tavola lunga mezzo milione di anni, IL CIOCCOLATO (capitolo secondo)

Storie dalla Cucina
Una tavola lunga mezzo milione di anni



capitolo secondo
 IL CIOCCOLATO 


Come avrete sicuramente capito oggi parliamo del cioccolato… 

«Nove persone su dieci amano il cioccolato e la decima mente.» 
O per lo meno cosi sosteneva l’artista americano Jhon Tullius… Voi che ne pensate? Io quasi quasi ci credo! ^___^ 

Ma quali sono la storia e le origini del cioccolato? Da dove viene questo potente antidepressivo naturale?

Un’antica leggenda azteca fa risalire l’origine del cioccolato agli dei, questo popolo pensava infatti che il cacao (pianta da cui il cioccolato proviene) fosse un dono del loro dio dei venti fatto agli uomini.
Si narra che questo dio, volendo condividere con gli uomini il cibo degli dei rubo’ alla sua specie alcuni semi di questa piantina e, presa forma umana ando’ sulla terra e lo semino’ chiedendo al dio della pioggia di innafiarla e spiegando agli uomini come ricavare dal cacao una bevanda amara e ricca di spezie che appunto era considerata la bevanda preferità delle divinità.

Hernan Cortes

La pianta del cacao nasce nelle foreste tropicali dell’America centraale.
Maya e Aztechi furono i primi a tostare e raffinare il cacao e creare una pasta amara che poi mescolata a vaniglia, pepe e cannella e con aggiunta di acqua fu la prima cioccolata calda della storia.
L’arrivo del cacao in Europa è dovuto al conquistatore Hernan Contes, conquistatore spagnolo che ne riporto’ ampie quantità dai suoi viaggi.

Cortes e i suoi uomini furono, per un capriccio del destino, ben accolti dai suoi uomini in quanto presi per degli dei e l’imperatore Montezuma come regalo di benvenuto offri loro le preziose piante.

Cortes nel 1524 spedi il primo carico all’imperatore spagnolo descrivendo la cioccolate come una bevanda mistica capace di far camminare un uomo per una giornata senza cibo o acqua ma avando solo in corpo una tazza di cioccolata calda.


Dal quel momento gli spagnoli ebbero il monopolio del cacao e lo lavorarono con il miele e lo zucchero per renderlo meno amaro.

Il cacao arrivo’ in Italia solo nel 1574 grazie al navigatore Fancesco Carletti.

La prima fabbrica di cioccolato fu aperta in Francia (bravi i francesi) nel 1770. 

Nonostante questo fu l’Italia ad avere il ruolo più importante nella storia del cioccolato grazie all’inventore Doret che nel 1774 mise a punto una macchina idraulica capace di lavorare la pasta di cacao con vaniglia e zucchero e trasformarla nelle attuali tavolette di cioccolato.

La lavorazione del cacao, fatta in questa maniera fu una vera e propria rivoluzione non solo a Torino, città natale del caro signor Doret ma anche in tutto il resto del mondo sotto più punti di vista.
Molte fabbriche aprirono e si svilupparono granzie all’invenzione di questo macchinario e questo diede una scossa al mondo del lavoro, molte persone di ceto sociale basso vennero ingaggiate per lavorare in queste fabbriche ed in seguito si aprirono numerose cioccolaterie e dando lavoro anche a numerosi artigiani.
Il che permise all’economia di ottenere un certo sviluppo.

Fino al 1800 la cioccolata era solo per i ricchi ma all’inizio del secolo, grazie alla nascita di queste numerose fabbriche anche le classi sociali più povere poterono approfittare del cibo degli dei.

L’ingelese Cadbury fu il primo ad aggiungere il burro di cacao alle barrette ed ottenne grande successo ma fu uno svizzero, un tale signor Lindt (sapete di chi parlo,no?), figlio di un farmacista che nel 1879 nel suo laboratorio in rovina, e con macchinari di seconda mano, trovo’ la formula perfetta per il cioccolato creando delle nuove tavolette che erano dure e croccanti ma che si scioglievano in bocca.

Cristoforo Colombo

E chi l’avrebbe mai detto all’epoca che Lindt sarebbe diventata la più conosciuta e reputata fabbrica di cioccolato? Di sicuro non noi italiani né i francesi che tutt’oggi continuiamo a contendere il titolo allo svizzero Lindt.

Una curiosità è che il nostro caro Cristoforo Colombo, nel viaggio in cui scopri l’America nel 1492, aveva già assaggiato la bevanda a base di cacao, ma non trovandola di suo gradimento non penso’ minimante a portarla in Europa e io sono certa che ora, si stia rosicando le mani nella sua tomba.

Il cioccolato, non solo aiuta la produzione di endorfine dandoci quindi il buonumore e aiutandoci a combattere lo stress ma è anche più potente di una qualsiasi crema solare proteggendo la pelle dai raggi del sole.
Inoltre aiuta a proteggere il sistema cardio-vascolare. *

E ora andiamo tutti a farci una bella tazza di cioccolata calda!

*Aggiornero’ il post appena ottenuto la licenza per pubblicare alcuni dati statistici.



Pomponette presenta: Cocktail by Marzio

Oggi vi offro una news che spero possiate trovare davvero interessante…

Da ormai più di un anno, su questo mio blog potete trovare ricette per ogni occasione, antipasti, primi, secondi e dolci…
Mi sembrava pero’ che mancasse qualcosa…

Quando infatti mi dico che vorrei proporvi idee di ogni genere e davvero, per ogni occasione, mi accorgo che manca qualcosa.

Quando ero in Italia avevo l’abitudine di uscire con gli amici e insomma si esce, e a volte si festeggia o semplicemente si ha voglia di bere qualcosa in compagnia…

Cosa manca quindi a queto blog, per essere davvero completo, e offrirvi letteralmente di tutto?

Dei COCKTAILS !!!

Quindi …

Sul blog, a partire da questa settimana, oltre agli atelier di cucina con i bimbi, e la storia della cucina a capitoli,e numerose ricette, vi offro qualcosa di più leggero.

Una nuova rubrica, ricca di colori e profumi nuovi. 

Una rubrica da bere tutta d’un fiato, nata in collaborazione e grazie ad un amico bartender (o barman,che dir si voglia).

Marzio,il gentile omino che mi aiuterà in questo nuovo progetto, si occupa da ormai qualche tempo di gestire il retro-bancone in tre bar differenti ed ha cosi accumulato un bel po di esperienza per potervi proporre un cocktail ogni settimana per i prossimi tempi.

Ogni ricetta sarà composta da un drink alcolico e dalla sua versione analcolica, foto, ingredienti e la voglia di far festa.

Per il vostro piacere personale, e anche perché il nostro partner è dotato di una macchina fotografica con obiettivo migliore di quello del mio povero telefonino, le foto saranno anche migliori di quelle delle mie ricette, i colori saranno sgargianti e spero vi diano tutti voglia di essere provati. 

Per cui preparatevi. 
Procuratevi gli ingredienti, inviatate gli amici, e mettetevi comodi e come diceva non so più quale cantante: “get the pary started!!!” *











                                    * per i non anglofoni: “lasciate che la festa cominci”


Arrosto alla “Fourme d’Ambert”

Buongiorno a tutti,
Dicembre è ormai iniziato da una decina di giorno per cui è tempo di riproporre un’altra ricetta per le feste da aggiungere alla lista delle possibili cene di Natale.
Qui in Francia va molto di moda in questo periodo l’idea degli arrosti cotti nei formaggi e volendo io stare al passo con i tempi, e anche far piacere al mio compagno che è un gran fan del formaggio, non potevo non sperimentare questa ricetta.

Vi do subito gli ingredienti e la facciamo corta per oggi perché, vi diro’ la verità ho cosi tante cose per la testa che se non mi sbrigo non riusciro’ a farne neanche una minima parta oggi.

Ah, la Fourme d’Ambert è una specie di gorgonzola più compatto proveniente dalla regione dei vulcanil, l’Auvergne. Se in Italia non si trova potete quindi sostituirlo con del gorgonzola o per restare in tema francese con del Roquefort (che normalmente si trova da Auchan)!

E per chi se lo chiedesse, no, non è per nulla un piatto dietetico, ma ditemi voi, chi si mette a dieta a Natale?

Arrosto alla Fourme d’Ambert

INGREDIENTI:
Un arrosto di maiale da circa 400 gr
150 gr di Fourme d’Ambert
20 ml di panna da cucina
Sale grosso
2 cucchiai di olio d’oliva
PREPARAZIONE:
Mettete in una pentola dai bordi alti (e possibilmente antiaderente) i vogstri cucchiai di olio e fate rosolare e sigillare la carne da tutti i lati.
Salate su un solo lato.
Intanto in un padellino fate sciogliete il formaggio a cubetti con la panna da cucina.
Quando il formaggio è sciolto e il vostro arrostino è ben colorato abbassate la fiamma, versate la crema di formaggio sulla carne e coprite con un coperchio.
Tenete controllato che il sugo non restringa troppo e che il tutto non 
bruci.
Dopo 5 minuti girate la cerne d’altro lato in quanto l’arrosto non sarà completamente coperto di formaggio.
Dopo altri 5 minuti togliete la carne e spostate la pentola dal gas.
Tagliate il tutto a fettine sottili e rimettete in padella per meno di un minuto, tempo che anche il cuore delle vostre fettine sia cotto.
Io l’ho accompagnato con dei funghi per mancanza di tempo ma l’ideale sarebbe la polenta .. ma che ve lo dico a fare? Già ve lo immaginavate, no?
Come sempre la ricetta è più facile farla che spiegarvi il come, quando e perché, inoltre la carne di maiale è, per lo meno qui in Francia, la meno cara e la si trova anche a 4 o 5€ al chilo per cui il piatto resta come sempre economico, grazie al formaggio sarà saporitissimo.
Meglio come pranzo che come cena perché resta comunque un piatto pesantuccio.

Vous n’aurez pas l’Alsace et la Lorraine, ovvero Strasburgo, I Mercatini di Natale e i biscotti di Pain d’Epice!

Albero alto più di 5 piani!

AVVENTURE E DISAVVENTURE DI UN’ITALIANA IN:
ALSAZIA!

Al grido di “NON AVRETE MAI L’ALSAZIA e LA LORENA!!!”

Mi è sembrato stranissimo ieri non scrivere sul blog e non avere nenache nulla di pronto da inserire all’ultimo minuto.
Ormai mi occupo di questo spazio con cosi tanto impegno e cosi regolarmente che saltare un giorno mi è davvero sembrato strano.
Ma sono tornata con tante cose da raccontarvi per cui, se magari faccio un articolo molto lungo, recupero lo scompenso di ieri e mi sento a posto con me stessa.

In ogni caso ho passato tre giorni nella combattutissima regione dell’Alsazia, a caccia di mercatini di Natale, fiere Medievali e specialité locali da poter gustare, e imparare a fare.

Un week end molto romantico anche se come al solito, se non ci succede qualcosa noi non siamo contenti.

Partiamo pero’ da qualche cosa interessante… abbiamo deciso di andare a vedere i mercatini di Natale di Strasburgo, non perché a Nancy non ce ne siano ma perché i mercatini del capoluogo dell’Alsazia sono i più vecchi di tutta Europa e la cosa mi ispirava non poco.
Quando qualcosa è vecchio, grande e Natalizio non puo che non interessarmi insomma.Babbo Natale, i grandi Abeti illuminati, grandi e vecchi libri consunti impacchettati in carta rossa… tutta roba vecchia, grande e natalizia alla quale non posso proprio rinunciare.
Tornando a noi, il marcatino di Natale di Strasburgo sono stati creati nel 1570 ed é formato da più di 300 bancarelle, suddivise in dieci piazze.
Tutto questo richiama ovviamente moltissimi turisti, sopprattutto tedeschi e italiani che arrivano il sabato pomeriggio e occupano le bancarelle come fossero mosche appiccicate alla carta moschicida.

Il ridicolo non ha mai ucciso nessuno!


Fortunatamente ho un ragazzetto non particolarmente stupido ( che se sa che parlo di lui cosi probabilmente mi appende nell’armadio, eheh) che immaginava tutto questo affluire di turisti e mi ci ha condotto il venerdi sera.
Il che non solo mi ha permesso di visitare quasi tutte le bancarelle in santa pace ma anche di perdere tempo a provare stupidi cappellini in forma di animale e rendermi ridicola per un bel po di tempo.
Purtroppo sono rinsavita all’ultimo momento e il mio magnifico cappello a forma di cicogna (che é il simbolo della città) non me lo sono comprata, e dico purtroppo perché a me quel cappelletto proprio piaceva!

Le differenti bancarelle in realtà vendono più o meno gli stessi prodotti, ci sono quelle con le decorazioni in legno, quelle con il vin Brulé, quelle con i cappelletti a forma di animale, quelle con i giochi di legno per i bambini e quelle con le diverse specialità eno-gastronomiche della regione.
Poi su una piazza che non nominero’ perché ha il nome in tedesco e proprio non riesco a ricordarmi come si scrive, c’è il mercatino delle associazioni umanitarie, animaliste e chi più ne ha più ne metta, dove si trovano quadretti, cibi dal mondo e anche Babbo Natale.
Dato che lui passava da li e che noi passavamo di li, ci siamo ovviamente fotografati insieme, non avrei mai potuto perdere l’occasione di essere immortalata con il signore in rosso.

Vi lascio qui sotto qualche foto dei mercatini e della visita della città.. una delle città più belle di Francia tra l’altro ,a mio modesto parere.
Sembra costruita li, sul momento, come fosse finta, pulita, calda, luminosa e magica.
Io me ne sono subito innamorata.

Dopo aver fatto il piano di Strasburgo e delle sue stradine meravigliose ci siamo spostati in giro per l’Alsazia senza mete precise e siamo capitati prima in una cittadina montana dal nome impossibile e in seguito nella città di Saverne che fino a ieri era completamente sconosciuta ai miei occhi ed ora mi chiedo il perché visto che in passato è stata sulla bocca di tutti, ma forse sono io che devo aver saltato lo studio di quel preciso periodo storico.
Va a sapere!

Quindi dicevo…
Qualche altra cosetta da sapere è che la povera regione dell’Alsazia, e quella della Lorena, è che per moltissimi anni Germania e Francia litigavano per possederle, e questo ben prima della Seconda Guerra.
E in particolare, la citta di Saverne non sapeva più dove collocarsi in quanto lungo tutto il 1800 e la prima parte del 1900 cambiava nazionalità ogni due per tre.
L’animo dei cittadini di Saverne restava pero’ aggrappato alla tradizione e alla cultura francese e questo particolare attaccamento alla France ha quesi fatto scoppiare la prima guerra mondiale con un paio di annetti di anticipo per noi 1(5-18) e con un anno di anticipo per loro (14-18).

Castello di Rohan

Nel 1913 un luogotenente tedesco tale Forstner che si trovava a Saverne nel castello della città ,all’epoca utilizzato come sede dell’esercito’, ebbe la buonissima idea di trattare una manciata di soldati francesi da “Voyoux” ovvero da monelli o mascalzoni in un momento in cui i rappiorti tra francia e impero prussiano erano già molto incrinati.
Questo piccolo diverbio, che ora riterremo ridicolo, ha fatto il giro dell’Europa ed è giuto alle orecchie dell’imperatore in pochissimo tempo.
Quello che ora conosciamo come “L’incidente di Saverne” è stato all’epoca un grave scandalo, ampiato dai giornalisti e passato di bocca in bocca, una decina di libri sono stati scritti all’epoca su questo soggetto, sono stati tirati in ballo i giudici, e il luogotenente all’epoca poco più che ventanne ha dovuto girare con la scorta per non essere picchiato dai francesi.
E sopprattutto, si è sfiorato l’incidente diplomatico e l’inizio della prima guerra mondiale nel 1913.

Questo aneddoto storico era raccontato in un’esposizione (con tanto di foto, libri, testi vari e manifesti) nel castello di Rohan a Saverne per l’appunto, luogo dove ho anche potuto vedere una seconda esposizione su un personaggio femminile degli anni 30, tale Louise Weiss, giornalista, sufragetta, femminisca, viaggiatrice e grande oppositrice dell’ascesa al potere di Hitler (cosa che le causo’ non pochi problemi).
Se vi interessasse la storia della sua vita non avete che da chiedere e avrei un grande piacere a parlarvi di lei in quanto credo sia uno dei miei personaggi storici preferiti …
La conosco solo da due giorni ma tra l’esposizione e le letture di questa notte sono proprio diventate una fan sfegatata di questa intelligentissima donna.

Tra aneddoti, fatti storici e mercatini ci siamo un po persi e questo post sta diventando lunghissimo…

Per cui vi raccontero’ solo un’ultima cosa prima di passare alla ricetta dei tipici biscottini di Pain d’Epice. Siamo comunque su un blog di cucina e dovrei cercare di non dimenticarmelo,no? Che poi magari ve ne andate via se non trovate la ricetta.

Quindi ultima cosa da dirvi è che questo week end lo abbiamo fatto in camper.
E, per chi non lo sapesse questo camper è ancora un vecchio vecchio modello ,iper funzionale e meraviglioso ma che prevede cucina e riscaldamento a gas, cosa che a quento pare sui nuovi modelli non è più cosi, va a sapere perché.

In ogni caso il mio ragazzo ed io, facendo prova di cattiva memeoria ed eccessiva fiducia in noi, siamo partiti da Nancy senza controllare il livello del gas (anche perché la spia luminosa ci diceva che la bombola era quasi piena).
Siamo arrivati a strasburgo e abbiamo lasciato il camer in campeggio.
Tutto il venerdi abbiamo girato per la città, e tra il freddo, il vento e gli scrisci di pioggia, una volta tornati al camper sognavamo solo di accendere la stufa metterci al caldo e preparare un cena romanica, a lume di candela.

Di cena avevamo quindi previsto Confit di Anatra e Patate all’Alsaziana, tanto per restare in tema e per chi se lo chiedesse, si, cucino anche in camper come fossi a casa, lo spazio angusto, i due fuochi e tutto il resto non mi spaventano.

Il ridicolo non ha mai ucciso nessuno (2)

Sta di fatto che non solo non abbiamo cucinato una cippa lippa, ma non abbiamo neanche potuto riscaldarci un poco perché dieci minuti dopo aver acceso il riscaldamento la fiamma si è spenta e ci siamo accorti che la maledetta spia della bombola si sbagliava, e che anche i nostri souvenir erano sbagliati.
In camper non c’era più gas.
Fuori faceva -5°.
Non avevamo la possibilità ne di accendere la stufa, ne di prepararci, non dico la cena calda e romantica prevista, ma nemmeno di scladarci un thé.

Il ridicolo non ha mai ucciso nessuno (3) ma il freddo si!!!

E vi garantisco che mi sentivo come nel film “Into the Wild” . Vedevamo il nostro alito creare nuvolette di vapore bianche, abbiamo cenato con una scatoletta di sgombro che per  non so quale fortuna avevo portato con me, pane in cassetta e formaggio.
A lume di candela si, ma non per essere romantici ma per scaldarci le mani.
Ne rido sopra ma avevamo cosi freddo che abbiamo pensato di fare un fuoco nel campeggio (cosa illegale, illegalissima).
Abbiamo passato la notte sotto un piumino pesante e tutte le coperte che siamo riusciti a trovare, il giorno dopo pensavamo di essere sopravvissuti come quelli che si svegliano per miracolo dopo una notte nella neve. Pensavamo anche di esserne usciti indenni ma ovviamente ci sbagliavamo e ora Cedric è a letto con la febbre e il raffreddore, mentre io vi scrivo con le pastiglie per la gola che mi tengono compagnia.

Ma quanto sarebbe stato noioso questo racconto se non ci fosse stato “L’incidente della Stufa”???

E ora passiamo alla ricetta di questi biscottini, tipici tipici natalizi, leggeri e buonissimi che in Alsazia spopolano!

BIscotti di Pain d’Epice:

INGREDIENTI:

3 tazze di farina
1 cucchiaio da minestra di zenzero
1 cucchiaio da thé di cannella
1 cucchiaino da thé di bicarbonato di sodio alimentare
1/2 cucchiaino di noce moscata
1/2 cucchiano di sale
3/4 di tazza di burro sciolto
1 tazza di zucchero di canna
1/2 tazza di melassa (che sinceramente no so dove potreste comprare in Italia, magari ditemelo se lo sapete)
1 uovo

PREPARAZIONE:

Nulla di più facile.
In una ciotola capiente mescolate tutti gli ingredienti solidi.
In un altra mescolate lo zucchero con il burro, ma melassa e l’uovo.
Con lo sbattitore elettrico a bassa velocità o con la vostra frusta iniziate ad incorporare gli ingredienti secchi nella ciotola degli ingredienti… umidi?-non secchi? oggi le parole mi sfuggono, sarà che il freddo mi ha intorpidito il cervello?
Mettete la pasta in frigo per circa un ora e nel mentre preparate due teglie coperte di carta forno.
Dieci minuti prima di infornare scadalte il forno a 190°.
Togliete l’impasto dal frigo, stendetelo perché raggiunga circa i 2/3 cm di spessore e con le vostre formine create gli ometti di pan d’epice oppure gli alberelli o quel che più vi piace.
Infornate per circa 8 minuti.
Disegnate con la glassa la faccina o i bottoni o quel che vi va. (La glassa si fa con un albume e una tazza e mezza di zucchero a velo).

Quasi tutte le grandi costruzioni, palazzi e chiese di Strasburgo sono costruite in pietre rosse. Se sapete perché sarei curiosa di saperlo.
Quando ero alle medie ero stata in gita a Strasburgo e avevamo mangiato nel ristorante qui a sinistra. Il primo palazzo. Souvenirs!
La stazione di Strasburgo, perfetto mix tra antico e moderno.
Una delle vetrate della stazione di Strasburgo.
Stazione di Strasburgo da dentro
Stazione di Strasburgo da fuori
Ogni singola strada, casa o cosa, era addobbata e pronta per Natale, e io sono torntata bambina.
Tutto era meraviglioso!!!

 

Tonno al Curry con Riso

Primi, Secondi | 6 Dicembre 2013 | By

In Lorena, e anche in Alsazia in questi giorni è la festa di San Nicolas e sopprattutto a Nancy la gente diventa matta per questa sorta di Babbo Natale francese, ci sono fuochi d’artificio nella piazza principale, e una sfilata di carri natalizi e mercatini e concerti speciali… insomma Natale qui è quasi un piano B rispetto a questo caro vescovo morto che porta regali vari ed arance.

Vi aspetterete quindi una ricetta sul tema, e prometto che ci sarà, solo non oggi, ma domani!

In questo momento, mentre il post viene pubblicato io sono a Strasburgo a visitare i mercatini di Natale più vecchi d’Europa (e anche più grandi).

Il post uscirà da solo sul blog insomma, se ho fatto bene le cose e l’ho programmato come si deve!

Per oggi quindi una ricetta dal profumo indiano e domani, appena torno vi faro’ un reportage completo su San Nicolas, sui mercatini natalizi di strasburgo e vi preparero’ una ricetta che più natalizia non si puo!

Tonno al Curry con Riso


Prima di darvi gli ingredienti vorrei aggiungere una cosa, ed è che il curry ha un sacco di prprietà interessanti, dovute sopprattutto alla curcuma che è uno degli ingredienti principali per formare questa spezia.
La curcuma quindi aiuta nel combattere il diabete ed il colesterolo cattivo. 
Per cui approfittatene e mangiate quanti piatti con il curry volete perché proprio non vi farà male!

INGREDIENTI:

100 gr di riso
200 gr di tonno
1 cipolla grande
2 cucchiai di curry
Burro qb
1/2 bicchiere di acqua
1/2 bicchiere di panna da cucina
1 pizzico di sale


PREPARAZIONE:


Rapidissima!!!

Fate bollire il vostro riso senza mettere troppo sale nell’acqua e mentre il riso cuoce tagliate la cipolla.
Fate scaldare in una padella il burro con il curry, mescolate e quando il burro è sciolto aggiungete le cipolle, fatele colorare un po e poi sfumatele con il mezzo bicchiere di acqua.
Quando l’acqua sarà quasi completamente evaporata aggiungete  la panna.
Mescolate bene e dopo un paio di minuti aggiungete il torrno.
Mescolate ancora e dopo un minuto spegnete il gas.
Scolate il vostro riso e impitattate!
Rapido, veloce, e nel mio caso anche utile perché la mia scatoletta di tonno avanzava dal giorno prima, e giaceva aperta e sola in frigo e si doveva trovare cosa farne…

Buon Sabato e a domani per un post super-mega-iper NATALIZIO!!!

Antipasto-Cena Colorato

Ho un po di problemi a trovare il nome della ricetta oggi, avendola creata, cercato i gusti e le associazioni dovrei avere in testa anche un nome adatto, un titolo simpatico o intelligente o, perché no, anche entrambi… 
Invece ZERO, nella mia testa si è prodotto il vuoto assoluto.
L’unci nome che mi viene in mente é: “sovrapposizione verdeggiante” ma mi sa un po di spocchioso, di principessina o, peggio di parigina.
Per cui per ora vi do un titolo provvisiorio e un giorno, quando il mio cervello sarà rientrato dalla vacanze magari lo cambiero’… e se poi vi viene un’idea, vedendo la ricetta, non esitate a scrivermelo da qualche parte, nei commenti, via mail o anche in un bigliettino spedito mediante piccione viaggiatore.
Tralasciando questo mio momentaneo, spero, vuoto cerebrale, passiamo alla preparazione della ricetta di oggi.

Antipasto-Cena Colorato 
(pffff, titolo scemo)

INGREDIENTI:

1 Melanzana
60 gr di spinaci (io avevo solo quelle surgelate a disposizione)
120 gr di salmone affumicato (qui costa intorno ai 2€ il pacchetto e purtroppo non so quale sia esattamente in prezzo in Italia)
2 uova
2 cucchiai di olio
Sale e pepe

PREPARAZIONE:


Lavate la melanzana, tagliatela a fettine non troppo spesse, salatele perché perdano l’acqua in eccesso e mettetele in forno per circa 20 minuti (in una padella piatta) e ricordatevi di girarle a metà tempo.
Mentre le fette di melanzana grigliano mettete le spinaci a cuocere con un dito di acqua in una padella. Coprite con il coperchio in caso siano congelate per farle scongelare più in fretta.
Quando sono pronte scolatele e strizzatele bene.
Sbattete le uova, salate, pepate e quando gli spinaci si saranno raffreddati aggiungeteli al mix di uova e mescolate bene.
In seguito mettete un cucchiaino di olio in una padella, lasciate scaldare e poi versate dentro il preparato per la frittata.
Quando è cotta dai due lati tagliatela con un emporte-pièce in quattro mini frittatine tonde (una formina tonda insomma, ma va bene anche un bicchiere capovolto) e mettetele da parte.
Togliete le melanzane dal fornon coprtitele con un filo di olio e iniziate a comporre la votra priamide (o torre di Pisa che dir si voglia).
Frittatina di spinaci, fettina di salmone, melanzana, salmone e via cosi fino a coprire di nuovo con l’altra frittatina.
Con queste dosi vi usciranno due “piramidi”.
Io le ho accompagnate con mezzo avocado a testa e, al posto del nocciolo dell’avocado ho messo una fettina di salmone tritato con un po di maionese.
Nulla di complicato insomma ma mi sembrava molto carino ed era anche buono, il contrasto frittatina calda, melanzane grigliate tiepide e salmone freddo è stato molto gustoso.
Se trovate il tutto troppo secco per i vostri gusti, al posto che mettere l’avocado accando basterà mixarlo e utilizzarlo come cremina da spalmare qua e la nella vostra piramide.

Buon fine settimana a tutti e tenete duro, resta solo qualche ora e poi siamo tutti a casa per due giorni di pausa meritata!

E si, lo so, le foto non sono di ottima qualità, ma finché non avro’ una vera macchina fotografica ci dovremo accontentare! ^____^


Pomponette In Cucina – Special Ambassador !!!

Un annuncio rapido!


Da oggi potrete trovare Pomponette In Cucina in veste di Special Ambassador, anche sul sito di La Cucina Italiana !!! 
http://www.lacucinaitaliana.it

E a breve sul blog la storia della più antica rivista di cucina italiana! 
Si preparano nuovi progetti e rubriche interessanti!


Yeah!!!

Petti di Pollo in Crosta di Sesamo ed Erbe

Non riesco a contenere la mia felicità, tra meno di tre settimane saro’ in Italia, dopo un anno che non ci metto piede.
Cinque anni in suolo francese insizano a farsi sentire.
Inizio a pensare di aver imparato tutto quello che c’è da conoscere e anche se quasi sicuramente mi sbaglio, ho voglia di arrivare a luglio e tornarmene un annetto a casa mia, circondata da famiglia e amici, fare una pausa da tutto questo mio viaggiare, ricaricare le pile e poi ripartire, per chissà quale altra nazione.
Comunque insomma già i 15 giorni delle feste natalizie mi faranno bene, smettero’ di parlare in francese per qualche giorno e il mio cervello si prenderà una meritata pausa.
Ho quasi pensato che potrei comunicare solo a gesti.. ma credo che già parlare in italiano sia un passo avanti.
Si perché la cosa che qui nessuno capisce è che io a volte mi sveglio con il mal di testa a forza di parlare in francese, pensare in francese, sognare, leggere e guardare film… tutto nella lingua di Voltaire.
Saltello quasi su me stassa all’idea che potro’ farmi quasi 15 giorni circondata dalla famiglia ,dagli amici e, per essere sincera anche dal cibo italiano, per quanto io sia diventata una fan sfegatata del burro salato, delle loro salse, della loro strana panna da cucina e io riesca quasi ad amare il caffé assurdo che servono nei loro bar, credo che bere del vero caffé in tazzine piccole piccole e con un concentrato di caffeina e di gusto più decisi non possa che farmi bene.
Comunque é tempo della ricetta del giorno, anche se io divago sempre e poi chi ci capisce più niente?
La ricetta che vi propongo oggi è di origine francese, anche se l’aggiunta dei semi di sesamo è un parto della mia mente, il resto è più o meno come la ricetta della polenta nel nord Italia, tradizionale, buono, ma un po banale.
Pero’ il gusto non è male e trovo che la “panatura” che vedrete vi potrebbe piacere.

Petti di Pollo in Crosta di Sesamo ed Erbe

INGREDIENTI (per 3 persone):

330/350 gr di Pollo (corrisponde a tre petti di solito)
3 cucchiai da minestra colmi di Senape
3 o 4 cucchiai da minestra di Semi di Sesamo (si trovano nelle alimentazioni Asiatiche, ma credo anche da Auchan in Italia, e forse anche da Carrefour)
1 cucchiaio colmo di erbe di provenza
1 noce di burro (io ho solo il burro demi-sel in frigo ma anche il burro dolce va bene, don’t worry)
1 filo di olio
Sale

PREPARAZIONE:

La preparazione è delle più semplici.
Spalmate ogni petto di pollo di senape… come per quando impaniamo qualcosa serve sempre un collante, di solito si usa il tuorlo d’uovo, qui invece utilizziamo la senape.
In seguito, per creare croccantezza, se cosi si puo’ dire, fate rotolare i petti di pollo in un piattino in cui avrete messo i semi di sesamo.
Infine spargete qua e la le vostre erbe di provenza per dare un po più di gusto.
Le erbe di provenza a me ricordano l’estate, i barbeque e le vacanze… per cui se sentirete un po di nostalgia delle belle giornate non preoccupatevi, è un effetto collaterale facilmente controllabile.
In seguito mettete il burro e l’olio a scaldare in una padella e quando soffriggono aggiungete in padella i petti di pollo e fateli ben rosolare dai due lati.
Quando sono ben colorati spegnete il fuoco e coprite la padella con un coperchio perché terminino la cottura come se fossero stati messi in forno.
Ed ecco che i vostri petti di pollo in crosta di sesamo ed erbe di provenza sono pronti.

Lamelle di Patate al Finocchio e alla Senape

Oggi vi propongo una ricetta di contorno molto semplice da fare ma particolarmente gustosa.


Poche cose nuove da raccontarvi dato che il clima freddo non permette una grande espolrazione del mondo qui fuori (parlo davvero come se stessi facendo uan spedizione tra i pinguini la al Polo)…
Una bella cosa da raccontarvi pero’ ce l’ho lo stesso… ed è che questo week end, se tutto va bene ( e per quest osi devono incrociare le dita) parto a fare un giro a Strasburgo perché da malata del Natale che sono non posso, e ripeto, non posso proprio non visitare il più grande mercato di Natale d’Europa.
Tornero’ per cui con le braccia cariche cariche di novità, gli occhi pieni di lucette colorate e, magari, qualche nuova ricetta , tipica dell’Alsazia, da proporvi!

Tornando alla ricetta di oggi, è un po lunghetta da cuocere ma se ne sta da sola comoda comoda in forno per cui potrete tranquillamente, una volta che l’avrete infornata, andarvene in giro per casa saltellando, guardarvi la tv, fare le pulizie o qualsiasi cosa vi vada, senza guardare il forno per qualche tempo.

Lamelle di Patate al Finocchio e alla Senape

INGREDIENTI:

6 patate
2 cucchiai colmi di senape (io metto quella dolce, se mettete quella forte le quantità di riducono)
2 cucchiai di olio
2 cucchiai di curry
1 cucchiaino e mezzo di semi finocchio (il finocchio ha un gusto molto pronunciato per cui ne basta poco)
1 cucchiaino di sale grosso
1 bicchiere di acqua

PREPARAZIONE:

Lavate e strofinate bene le patate, in caso non vogliate togliere la pelle. 
Altrimenti sbucciate le patate e tagliatele in lamelle da circa 3/4 millimetri ciascuna, non troppo fini per non farle carbonizzare in cotture e non troppo spesse altrimenti al posto che un’oretta libera potrete lasciarle in forno anche tutto il pomeriggio e la vostra bolletta (elettrica o del gas) non sarà poi facilissima da pagare!
Comunque una volta tagliate le patate lasciatele da parte mentre preparate la teglia.
Versate dentro uno dei cucchiai d’olio, uno dei cucchiai di curry e la metà dei vostri semini di finocchio.
Mescolate bene e iniziate a stendere il primo strato di patate.
“Spalmate” la senape sulle patate o spargetela qua e la in modo più o meno uniforme.
Aggiungete il secondo cucchiaio di olio, di curry e il resto di semi di finocchio e mettete il secondo strato di patate.
Stendete il resto di senape, salatele e mettete il tutto in forno per 3/4 d’ora à 170°.
Dopo questi 45 minuti aggiungete il bicchiere di acqua nella teglia, mescolate per vedere il livello di cottura e aumentate la temperatura del forno fino a 190°/200°.
Rimettete le patate in forno e lasciate cuocere per ancora una mezz’ora o più se avete tagliato le patate più spesse!
Il gusto del finocchio avrà la meglio, essendo molto deciso come sapore, ma il mix curry-senape renderà il tutto perfetto, riequilibrando i sapori.
 

Bocconcini di Pollo al Sugo

Sono stata presa dall’insonnia questa notte e mi chiedevo il perché, vi assicuro che non è dovuto alla ricetta che sto per darvi ma piùttosto o ai mille pensieri che si accavallano nella mia mente in questo periodo o al mio futuro, anche se breve, rientro in Italia…
In ogni caso molto prima delle 6 me ne stavo già in piedi, mi sono ritrovata a lavare i piatti di ieri sera, ripulire il soggiorno, preparare il mio articolo per il secondo capitolo del libro sulla storia della cucina che sto scrivendo e poi infine prepararmi un caffé, una fetta di baguette tostata con del burro salato (si le abitudini dei bretoni ormai fanno parte di me) e risedermi di nuovo davanti al pc per scrivervi la ricetta di oggi.

Ho avuto anche tempo di chiedermi per quale buffo motivo il mio gatto dormisse sulla testa del mio compagno senza che quest’ultimo dicesse nulla, ma questo è un mistero che va ben oltre le mie competenze per cui lascero’ che se la sbrighino tra loro … anche se Poe (il gatto) a mo’ di cappello peloso è proprio una cosa da non perdere.

Bocconcini di Pollo al Sugo

INGREDIENTI:

Al posto delle mie solite dosi per tre persone, ieri sera ne ho fatto un po di più per non aver a cucinare oggi a pranzo nella speranza di dormire un po di più (speranza vana a quanto pare) per cui per chi ha famiglie comoste da quattro persone sarà contento di sapere che stavolta le dosi corrispondono.

400 gr di Pollo
3 Zucchine
1 cipolla
1 manciata di Olive nere (alla Greca sarebbe meglio altrimenti non hanno molto sapore e tanto vale non metterle)
1 bicchiere e mezzo di passata di Pomodoro
1 spicchio di aglio
1 noce di burro
Origano a piacere
Sale
Pepe

PREMESSA ALLA PREPARAZIONE:

Come sempre, come anche per le ricette che possono sembrare lunghe e laboriose, questa ricetta in realtà è di una semplicità assurda.
Ovviamente potete controllare la cottura della carne con il termometro, o tagliare le zucchine come fossero piccole opere d’arte, ma lo spirito del mio blog, è spiegare che tutti possiamo cucinare, anche quando abbiamo poco tempo o pochi mezzi, senza bisogno di ricorrere a piatti pronti surgelati o precotti, e sopprattutto, per i meno esperti, a non avere paura dei fornelli.

I fornelli sono nostri amici.
E anche se di tanto in tanto vi metto li qualche ricetta più difficile, o esteticamente più carina é solo perché prendo un grzan piacere nel prepararle e non per impormi come chef dell’anno.
E qui il mio orgoglio entra in gioco e sento una vocina che dice: ” Se volessi potresti vincere Jessikaa–aaa-aaa”, con tanto di eco finale, ma cerco di ignorarla per non sembrare troppo una scema e neppure troppo fiera di me e perché una gara del genere non esiste e il mio orgoglio deve smettera di dire stupidaggini.
E ora passiamo alla preparazione di questi poveri bocconcini di pollo va’ che si fa tardi (per modo di dire, sono appena le 7 del mattino.)
Vi ricordo che scrivo tutto con ironia, non pensatate male eh, furbacchioni!

PREPARAZIONE:

Tagliate il pollo a bocconcini di circa uno/due centimetri l’uno in modo che la cottura sia rapida e metteteli in padella con una noca di burro.
In seguito tagliate le zucchine a rondelle abbastanza fini, sempre per facilitarne la cottura, e anche la cipolla.
Quando il pollo inizia ad essere ben colorato aggiungete le zucchine e la cipolla in pentola, mescolate un poco, e lasciate cuocere qualche minuto.
Aggiungete anche le olive tagliate a metà, lo spicchio d’aglio (tagliato o no sta a voi decidere se poi vorrete toglierlo o lasciarlo).
Mescolate bene e fate rosolare ancora un minuto o due.
In seguito aggiungete 1 bicchiere e mezzo di acqua e lasciate per una decina di minuti a fuoco medio.
Poco prima di fine cottura aggiungete 1 bicchiere mezzo di passata di pomodoro,sala e pepe e lasciate cuocere ancora poco meno di cinque minuti, spegnete il gas e impiattate.

E intanto si sono fatte quasi le 8 per cui buon inizio giornata a tutti !!!